Berlino – Il primo test elettorale non sorride a Martin Schulz che non riesce nel sorpasso sulla Cdu di Angela Merkel. Nelle elezioni del Saarland, piccolo Land al sud ovest della Germania la Spd viene sconfitta. La prima sfida a distanza in vista delle elezioni politiche di settembre si è chiusa con una schiacciante vittoria da parte del partito della cancelliera (40,7%) guidato da Annegret Kramp-Karrenbauer e con una prima delusione per i socialdemocratici che si sono fermati al 29,6% delle preferenze. Un piccolo test del resto, ma dall’alto valore simbolico, perché è una prima conferma che il cosiddetto “effetto Schulz” è presente solo nei sondaggi.
L’ex presidente dell’Europarlamento ha ammesso la sconfitta e la delusione nel quartier generale di Berlino era palpabile. Del resto i sondaggi pre-elettorali parlavano di un risultato completamente differente, mostrando un testa a testa tra i due principali partiti. Ma cosa ha influito sul voto di domenica?
Affluenza e dimensione locale
Innanzitutto un primo dato da prendere in considerazione è quello dell’affluenza. Infatti, il numero di votanti è cresciuto di quasi dieci punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni e, secondo il centro di ricerca Infratest, la maggior parte degli ex non votanti, in grande parte anziani, ha espresso la preferenza per il partito della cancelliera. In seconda battuta c’è da considerare il fatto che, visti i sondaggi che davano per certo un testa a testa tra Spd e Cdu, il primo ministro in carica del Saarland, Kramp-Karrenbauer, aveva cercato di dare a questa tornata elettorale una dimensione prettamente locale e, questo potrebbe aver portato gli elettori a votare l’operato dello stesso primo ministro, che godeva di un forte apprezzamento sul territorio.
Niente coalizione tutta a sinistra
Le elezioni nel Saarland sanciscono anche la fine politica di Oskar Lafontaine, candidato per la Die Linke. Lafontaine, aveva iniziato la propria carriera politica a Saarbrücken, capitale del Saarland, proprio con la Spd e aveva ricoperto l’incarico di primo ministro del Land dal 1974 al 1985. Passato nelle fila della Linke, partito della Sinistra radicale, queste elezioni erano per lui un ritorno nella regione che lo aveva reso celebre. Ma proprio la sua terra gli ha voltato le spalle e anche la Linke ha visto una diminuzione dei consensi. Eppure, nei giorni precedenti alle elezioni c’erano state delle prove d’intesa tra Spd e Linke per una coalizione tutta a sinistra che scongiurasse un nuovo governo di Große Koalition, ma, l’esito del voto è la dimostrazione che Spd non riesce ancora a tradurre un buon risultato elettorale in governo se manca un buon partner di coalizione, dovendo ricorrere all’alleanza con Cdu.
La delusione dei piccoli partiti
Da queste elezioni emergono ulteriori spunti di analisi, in particolare l’entrata nel parlamento del Land degli euroscettici di Alternativa per la Germania (Afd), che ora è presente in 11 parlamenti su 16, ma che non riesce a sfondare e si ferma al 6% delle preferenze, risultato dovuto anche alle vicende precedenti del partito sul territorio, che venne accusato di legami con l’estrema destra. Emerge inoltre anche il fallimento dei Verdi, dei liberaldemocratici Fdp e dei Piraten, che non riescono a superare lo sbarramento del 5% e di conseguenza ad entrare in parlamento. Questo, secondo gli analisti tedeschi, porterà ad una campagna molto intensa nelle elezioni federali da parte dei partiti minori, atta a mettersi in mostra e a riguadagnare la fiducia degli elettori.
Un nuovo programma e due nuovi appuntamenti
Sebbene la sconfitta per Spd sia stata amara, il Saarland conta circa 800mila elettori, un numero inferiore a quello della città di Colonia e quindi, per avere una visione più ampia del trend elettorale tedesco, bisognerà attendere le due prossime tornate elettorali in Nordrhein-Westfalen e Schleswig-Holstein, regioni dove il partito socialdemocratico è tradizionalmente più forte. Inoltre, la campagna di Schulz è agli inizi e il candidato cancelliere ha appena presentato il proprio programma per i primi 100 giorni di governo. L’ex presidente del Parlamento Europeo, mira ad un’equa retribuzione per uomini e donne, a rafforzare l’Unione Europea, a limitare la retribuzione dei dirigenti e a utilizzare l’avanzo di bilancio per l’istruzione piuttosto che per ridurre il carico fiscale. Nei prossimi mesi si vedrà se questi temi faranno breccia sulla popolazione tedesca, in particolare quella più povera, e riusciranno a spostare voti a favore dei socialdemocratici.