dal nostro inviato
Roma – L’Europa non si distrugge, semmai si migliora. Ma va difesa. È il passaggio chiave del discorso che la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha preparato per accogliere i capi di Stato e di governo dell’Ue nel giorno dei 60 anni dalla firma dei trattati di Roma. L’Europa è “una eredità gioiosa e impegnativa da perseguire, e la nostra generazione è chiamata a portare avanti quel sogno di Europa”. Raggi ha chiesto quindi uno scatto d’orgoglio, invitando i leader a “ritornare allo spirito di quegli anni che oggi non c’è più e va recuperato”. È il riferimento all’Europa immaginata da Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Jean Monnet e Altiero Spinelli. La sindaca li ha citati, e non a caso. “Solidarietà e interesse dei popoli sono parole comuni” a questo personaggi. Ora è tempo di tornare a ragionare in questi termini.
“Un’unione soltanto economica non può durare. La finanza non è tutto”. La sindaca di Roma ha chiesto ai leader “il coraggio” di riconoscere quanto di sbagliato o poco fatto finora, chiedendo passi avanti decisi in tema di immigrazione e asilo. “Alcuni trattati, come il regolamento di Dublino, vanno rivisti”. E poi il processo decisionale. “Le politiche non possono essere imposte dall’alto”. Espressione che vuol dire dare maggiori poteri ai Comuni. “Noi sindaci siamo definiti ‘primi cittadini’: per questo dobbiamo far sentire la voce” della cittadinanza. “L’Europa o è dei cittadini o non è Europa”.