Bruxelles – La Grecia non è molto soddisfatta della dichiarazione di Roma che dovrebbe essere firmata da tutti gli Stati membri domani, in occasione dell’anniversario dei 60 anni dei Trattati di Roma. Alexis Tsipras ha fatto capire che potrebbe non firmarla, facendo quindi fallire l’intento di mostrare un’Europa unita e pronta alla ripartenza, ma i leader Ue aono al lavoro per trovare un compromesso ed accontentare Atene. Il premier Alexis Tsipras ha scritto una lettera ai presidenti di Commissione e Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, al premier maltese Joseph Muscat, in quanto presidente di turno dell’Ue, e all’italiano Paolo Gentiloni che ospita le celebrazioni. Nella missiva Tsipras supporta in linea di principio la dichiarazione che “va nella giusta direzione”, e sottolinea che in questi 60 anni i Trattati di Roma hanno “assicurato progresso, prosperità e pace”. Ma poi aggiunge: “Tuttavia, per poter celebrare questi successi, deve essere chiaro, a livello ufficiale, se essi si applicano anche alla Grecia. Se, in altre parole, l’acquis europeo è valido per tutti gli Stati membri, senza eccezioni”, oppure se è valido per tutti “tranne la Grecia”.
Il Paese è alle prese con la seconda revisione del Programma sottoscritto dal paese per ottenere un ulteriore prestito per far fronte alle difficoltà economiche dello Stato. Le trattative vanno avanti da settimane senza arrivare alla conclusione con i creditori che insistono sulla necessità di ulteriori riforme del mercato del lavoro e si oppongono alla reintroduzione della contrattazione collettiva dei lavoratori, nonché chiedono di legiferare in anticipo alcune misure per il 2019 per assicurarsi che il surplus dello Stato si mantenga al 3,5% anche alla fine del programma, una richiesta quest’ultima durissima per il Paese, basti pensare che la Germania, lo Stato più solido dell’Ue, ha un surplus dello 0,6%. La Grecia dovrebbe insomma fare cinque volte meglio di Berlino.
Nella lettera Tsipras accusa i creditori di un “ritardo ingiustificabile” nella conclusione della seconda revisione e chiede ai partner europei di rispettare “il diritto alle protezioni sociali e del lavoro”. “Il fatto che l’Ue non difenda i suoi successi, la sua eredità, il proprio modello sociale, il fatto che l’Ue si è arresa al Fmi spiega perché l’Europa si trova ad affrontare una crisi esistenziale”, ha dichiarato Tsipras parlando al dibattito di “La nostra Europa”, aggiungendo: “Vogliamo un’Europa al servizio dei bisogni umani e sociali”.
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