Con l’espressione “Trattati di Roma” s’intendono i trattati istitutivi della Comunità economica europea e della Comunità europea dell’energia atomica, firmati a Roma il 25 marzo 1957. Si tratta di uno dei momenti più significativi di un processo di integrazione che vede come tappe successive la firma a Maastricht del Trattato dell’Unione Europa il 7 febbraio 1992 e quella a Lisbona del trattato istitutivo della Comunità europea il 13 dicembre 2007. Il contesto storico ed economico del dopoguerra, tuttavia, rende particolarmente significativi i festeggiamenti per 60 anni in cui l’Unione ha contribuito alla pace e alla prosperità economica.
Christian Ruggiero
Il libro dell’Europa a 27
Protagonista dei lavori per il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma è il Libro Bianco presentato lo scorso primo marzo dalla Commissione Europea. Un documento che contiene cinque “scenari” sul futuro dell’Europa, definiti dal Presidente Junker come “l’inizio di un processo, non la fine”.
L’obiettivo è un’Europa collaborativa, che dovrà andare AVANTI COSI’, seguendo SOLO IL MERCATO UNICO. CHI VUOLE DI PIU’ FA DI PIU’, ma si dovrà FARE DI MENO IN MODO PIU’ EFFICIENTE e MOLTO DI PIU’ INSIEME. Questi, i nomi delle cinque alternative da seguire. Ma le contraddizioni non mancano.
Continuare a marciare nella direzione proposta dalla Commissione nel 2014, come proporrebbe il primo scenario, è reso arduo dalla crisi epocale causata dalla Brexit: procedere a 27, considerando il Regno Unito cancellato con un tratto di penna, non sarà facile.
Altra grande criticità riguarda la fiducia apparentemente incondizionata nel secondo scenario del MERCATO UNICO. Attraversare le frontiere anche solo da turisti e trovare lavoro all’estero sarà più complicato, e chi si ammalerà all’estero dovrà pagare fatture mediche salate.
Per quanto riguarda governance economica, difesa e libertà, sicurezza e giustizia, il terzo scenario, CHI VUOLE DI PIU’ FA DI PIU’, lascia ai singoli stati la libertà di decidere se e con quanto impegno aderire al progetto comune. Un’occasione allettante per i populisti che puntano alla sovranità nazionale.
Il quarto propone di FARE MENO E IN MODO PIU’ EFFICIENTE: si taglierebbero le lunghe procedure burocratiche che rallentano la legislazione e l’economia. Ma per fare questo, sarebbe necessario il supporto di tutti gli stati membri; già l’Olanda, invece, nonostante la vittoria del partito “europeista” alle scorse elezioni ha annunciato la “ritirata” durante il vertice di Roma, vista la grande presenza alla Camera del partito xenofobo e populista, opposto alle iniziative “pro-Europa”.
L’UE27 nell’ultimo scenario si impegnerebbe, poi, a FARE MOLTO DI PIU’ INSIEME per rivalutare il progetto comune attraverso la condivisione di poteri, risorse e processi.
Certo, il Libro Bianco stimolerà la serie di dibattiti che si terranno in Italia e in tutti i Paesi dell’UE lungo tutto il 2017, ma sembra puntare a obiettivi ben precisi e piuttosto lontani. Con l’incontro di Roma, però, si sancisce un rinnovato impegno da parte degli Stati membri a muoversi verso un obiettivo comune, che nonostante la lontananza, sembra essere raggiungibile secondo quanto prospettato nel Libro.
Carmen Baffi e Federico Saccoccio