Bruxelles – Dopo una settimana e poco più dalle elezioni, in Olanda sembra essere stata raggiunta un’intesa sul nuovo governo. Prende quota la soluzione presentata come più probabile all’indomani dell’elezione: un esecutivo a quattro, composto dai liberali Vvd, il partito del premier uscente Mark Rutte, i democristiani Cda, i liberali progressisti del D66 e gli ecologisti del GroenLinks. Rimarrebbero così esclusi i laburisti di Jeroen Dijsselbloem, usciti fortemente ridimensionati dalle urne, e ovviamente il Partito della Libertà (Pvv) del leader islamofobo e anti-europeista Geert Wilders.
Per il momento l’alleanza tra i partiti in questione non è per nulla scontata. I quattro hanno raggiunto un’intesa, per avviare dei colloqui esplorativi. La trattativa si annuncia complicata, dal momento che “le differenze politiche tra questi partiti sono significative” come ha spiegato l’ex premier Rutte. “Terremo dei colloqui per vedere se queste divergenze possono essere superate”, ha aggiunto il leader dei Verdi, Jesse Klaver, vero idolo delle passate elezioni e ribattezzato il ‘Trudeau olandese’ dalla stampa. Far parte del governo per i Verdi sarebbe un altro grande successo, ampiamente meritato visto che il partito di Klaver ha ottenuto 10 seggi in più rispetto alla scorsa tornata elettorale.
Tra i temi sui quali potrebbe essere complicato trovare una linea comune tra i quattro partiti coinvolti, ha spiegato Klaver, ci sono la lotta al cambiamento climatico, le diseguaglianze di reddito e la politica sui rifugiati, argomenti particolarmente caldi per i Verdi. Se infatti GroenLinks e D66 hanno posizioni simili su ambiente e immigrazione, dall’altra parte Cda e Vvd, i partiti tradizionali del sistema politico olandese, vogliono introdurre misure più dure sui migranti, tra le quali inserire nel codice penale il reato di clandestinità.
In ogni caso per Rutte formare un’alleanza ampia è necessario. Il suo partito ha sì vinto le elezioni, conservando il primo posto e 33 eletti, ma ha perso consensi e seggi (9 in meno). Al contrario, gli alleati socialdemocratici del Labour, di cui fa parte anche il criticato presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, sono stati quasi azzerati fermandosi a 9 deputati, 29 in meno dell’ultimo parlamento. Peraltro le coalizioni di governo sono comuni nella storia politica olandese: in Olanda nessun partito ha mai conquistato la maggioranza assoluta alla Camera bassa. In ogni caso siamo solo all’inizio: nel Paese il tempo medio per la formazione di un governo dopo le elezioni è di 72 giorni.