Bruxelles – Le compagnie aeree del Regno Unito sono avvertite. Dopo la Brexit, EasyJet, Ryanair e British Airways non potranno continuare a volare sulle rotte europee se non sposteranno la propria sede in uno Stato membro o se non avranno ceduto la maggioranza azionaria a cittadini dell’Unione europea. Questo, secondo funzionari delle istituzioni europee, sarebbe lo scenario prospettato per le compagnie di volo con sede a Londra dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue.
Le compagnie aeree londinesi, dopo la recente dichiarazione del governo di Theresa May di voler attivare l’articolo 50 del trattato di Lisbona il 29 marzo, saranno costrette a rivedere i propri modelli di business per mantenere le proprie quote di mercato in Europa, con conseguenti ripercussioni economiche e possibile perdita di posti di lavoro per il Regno Unito. La linea dura dell’Unione europea, però, potrebbe condurre a una reazione altrettanto netta del governo May, rendendo difficile il recupero degli investimenti economici già operati delle compagnie aree degli Stati membri nel Regno di sua Maestà.
Alcune compagnie di volo, secondo il Guardian, avrebbero già iniziato a cercare delle sedi alternative a Londra, e immaginato piani di “disinvestimento forzato” degli azionisti britannici per garantire una maggioranza proprietaria europea dell’azienda. Inoltre, la Gran Bretagna è membro di un accordo regolarizzato dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea, che prevede un meccanismo di risoluzione delle controversie che chiama in causa la Corte di giustizia europea. A tal proposito, il segretario di Stato britannico per la Brexit, David Davis, è rimasto vago sulla permanenza del Regno Unito in questa intesa: “Non è che un accordo. Si potrebbe presumere che non si applicherebbe più a noi”.