Bruxelles – Il Partito socialista europeo prende le distanze da Jeroen Dijsselbloem. Il presidente dell’Eurogruppo è finito nella bufera per le sue frasi sui Paesi del sud che spenderebbero soldi “in alcool e donne per poi chiedere aiuto”. Parole censurate dal Pse, di cui fanno parte i laburisti olandesi a cui appartiene Dijsselbloem. “Le sue parole non rappresentano il partito socialista europeo”, ha chiarito il presidente del Pse, Sergei Stanishev, che ha diffuso un comunicato per dissociarsi dalle posizioni del presidente dell’Eurogruppo. “Le sue parole non riflettono la visione della nostra famiglia politica, il modo in cui giudichiamo le persone né il progetto europeo per cui ci battiamo”.
La condanna di Stanishev è perentoria. “Le dichiarazioni di Dijsselbloem sono inaccettabili, specie in un momento critico per il progetto di integrazione europea”. Il presidente dell’Eurogruppo è andato contro la vocazione europea, tradendo non solo i valori del partito ma quelli su cui si fonda l’Ue. “Con una frase soltanto Dijsselbloem è stato capace di insultare e screditare tanta gente e creare divisioni”. In sintesi, “è una vera vergogna per un rappresentante della nostra famiglia politica contraddire l’essenza dei valori di unità, rispetto e solidarietà alla base del progetto europeo”.