Bruxelles – Uno dei nuovi compiti di Frontex è contribuire al rimpatrio dei migranti irregolari, ma non per questo l’agenzia per il controllo delle frontiere Ue deve essere vista come “un’agenzia di viaggi”. Parlando in audizione audizione nella commissione Libertà civili del Parlamento europeo, il direttore esecutivo di Frontex, è stato chiaro: “A volte i Paesi membri ci vedono come un’agenzia di viaggio, ma noi non siamo qui per questo. Il nostro scopo è mettere in atto gli accordi di riammissione e identificare meglio i migranti”, distinguendo tra rifugiati e migranti economici. In ogni caso i nostri rimpatri non sono una violazione dei diritti: “Vogliamo garantire la dignità di chi viene rimpatriato”, ha affermato. Leggeri secondo cui i migranti “sono vittime che vengono sfruttate”, e per questo “servirebbe favorire la loro integrazione economica e sociale nelle comunità locali” da cui provengono aggiungendo però che “questo è un tema molto più grande di Frontex e va affrontato dall’Ue”.
Rispendendo alle domande degli eurodeputati Leggeri ha rivendicato che “il rispetto dei diritti umani è alla base di tutte le operazioni dell’agenzia, come stabilito dalla normativa europea e dalla carta diritti fondamentali Ue”. Frontex è in passato stata accusata da alcune Ong come un’agenzia responsabile di violazioni dei diritti dei migranti, ma il suo direttore ne ha difeso l’operato davanti agli eurodeputati. “Le risorse stanziate per ufficio diritti umani sono moltiplicate del 2,5% negli ultimi anni, di pari passo all’ingrandimento dell’agenzia”, ha sottolineato Leggeri. “Mi chiedete se in Ungheria abbiamo assistito a violazioni dei diritti dei migranti? Ebbene vi garantisco che durante le nostre operazioni non siamo stati testimoni di violazioni, né ricevuto informazioni a tal proposito”, ha assicurato il direttore di Frontex, aggiungendo: “Abbiamo ridotto al minimo i nostri agenti di frontiera in loco, ma dobbiamo essere presenti in caso di necessità”. L’emergenza “si sta spostando verso Est, alla frontiera terrestre tra Turchia e Bulgaria”.
Leggeri ha poi parlato della situazione delle isole greche, diventate una sorta di prigione temporanea per i migranti in transito verso l’Europa, come denunciato recentemente da Amnesty International. “Più volte come direttore esecutivo dell’agenzia ho contattato le autorità locali esprimendo preoccupazione per la condizione delle persone che sbarcano sulle isole”, ha detto il direttore di Frontex, sottolineando che “l’agenzia non è coinvolta in tutto ciò, ma siamo preoccupati per la situazione, denunciata più volte anche dagli stessi agenti sul posto”.
Uno dei problemi dell’agenzia è la carenza di attrezzature messe al servizio di Frontex dai Paesi membri, per questo “vogliamo dotarci delle nostre attrezzature”. “Gli Stati membri hanno difficoltà nello stare al passo coi tempi” e ad implementare le nuovo norme, “perché il ritmo di avanzamento è molto rapido”, ha aggiunto Leggeri. “Tuttavia, vogliamo coinvolgere tutti e attuare il prima possibile il nuovo mandato”.
Infine una nota sul ruolo delle Ong, sempre più attive nel salvataggio dei migranti in mare aperto, anche vicino alle coste libiche. Una situazione che però potrebbe nascondere un aiuto ai trafficanti, secondo Frontex: “Abbiamo canali di comunicazione con alcune Ong, con le quali abbiamo un rapporto di cooperazione nelle operazioni. Dopo l’estate 2016, però, ci sono stati gruppi non identificati che si proclamavano Ong e potrebbero contribuire ad attività criminali”. “Noi dobbiamo garantire gli interventi umanitari e il salvataggio delle persone in mare, ma bisogna far sì che i trafficanti non sfruttino questa situazione”, ha concluso Leggeri.