Roma – Ha ingaggiato uno scontro con il resto del Consiglio europeo sul rinnovo del mandato al suo connazionale Donald Tusk, ha contribuito ad annacquare la Dichiarazione di Roma nei passaggi sulle diverse velocità di integrazione, e ora, la premier polacca Beata Szydło, sfida nuovamente l’Ue escludendo l’ipotesi di un ingresso di Varsavia nell’euro.
“Non ci sono piani del genere”, ha risposto ieri agli internauti che la interrogavano sul quando e sul come la Polonia abbraccerà la moneta unica. L’ingresso, in realtà, è previsto dai trattati per tutti i nuovi entrati nell’Ue. Un impegno che a Varsavia conoscono bene, tanto che l’ambasciatore polacco in Italia, Tomasz Orłowski, in una intervista a Eunews rilasciata pochi mesi dopo l’insediamento di Szydło, dava per scontata l’adesione del proprio Paese all’Eurozona.
Va detto che finora nessuno ha pressato né la Polonia né gli altri 8 Stati membri dell’Ue che hanno ancora una propria valuta (Bulgaria, Croazia, Danimarca, Regno Unito che però abbandonerà anche l’Ue, Repubblica Ceca, Romania, Svezia e Ungheria) ad abbandonarla per la divisa comune. E con tutta probabilità, chiedere oggi a Varsavia di avviare un percorso per l’ingresso nell’euro equivarrebbe ad aprire un altro fronte di scontro, dal momento che Szydło considera “molto più conveniente restare con la valuta polacca”, lo zloty.