Bruxelles – “Mi sono sentito offeso, come credo tutti noi, quando il presidente turco ha fatto riferimento a fascismo e nazismo parlando di alcuni dei nostri Paesi”. Intervenendo all’evento solenne organizzato al Parlamento europeo per i 60 anni dei Trattati di Roma, il presidente Antonio Tajani ha risposto alle accuse lanciate nei giorni scorsi da Recep Tayyip Erdoğan e dal suo governo contro i Paesi Bassi e la Germania. “L’Europa è il faro nel mondo per la tutela dei diritti fondamentali, siamo l’unico continente senza pena di morte”, ha rivendicato Tajani aggiungendo: “Siamo molto più di un mercato o di una moneta, siamo uniti e solidali” e dobbiamo continuare ad esserlo perché “solo così possiamo continuare a esercitare leadership dei valori e spingere i vicini a non avventurarsi in regimi illiberali”.
Parlando dei 60 anni dei Trattati Tajani li ha definiti “i migliori 60 della storia dell’Europa libera” affermando che questo anniversario “deve ricordarci che ogni giorno, non solo oggi, sono i cittadini i protagonisti della grande avventura della democrazia europea”, e per questo nel loro lavoro le istituzioni comunitarie devono “mettere i problemi dei cittadini e la dignità delle persone al centro di tutte le loro attività”.
In un momento di difficoltà per l’Europa, soprattutto nel consenso tra i suoi cittadini, dai Paesi Bassi è arrivato un segnale di speranza. “Le elezioni in Olanda hanno dimostrato che non siamo stanchi della nostra Europa, ma semplicemente vogliamo che funzioni meglio, che risolva i problemi come quelli della disoccupazione, soprattutto giovanile, del terrorismo, dei diritti delle donne”, ha dichiarato Tajani sottolineando la necessità di una “Europa più concreta, un’Europa dei fatti”. “Oggi più che mai l’unione fa la forza: soltanto uniti potremo vincere le sfide che abbiamo di fronte”, ha avvertito il presidente.