Bruxelles – L’Unione europea è impegnata a ridurre i consumi energetici e la dipendenza da combustibili fossili, così come favorire un’economia circolare, basata sul riciclo dei materiali e la lotta contro lo spreco. Sebbene dicano di condividere gli obiettivi finali, però, non tutti i Paesi membri sono d’accordo sul modo per raggiungerli. Uno studio di VoteWatch Europe indica gli Stati più progressisti e quelli più conservatori quando si parla di politiche ambientali, lo stesso fa per i gruppi politici all’interno del Parlamento europeo e stila una classifica degli eurodeputati più influenti in materia.
I parlamentari del Lussemburgo, di Cipro e del Belgio sono i più progressisti in politica ambientale, rileva la ricerca di VoteWatch. In generale sono gli eurodeputati dei Paesi nordici ma anche quelli dei Paesi mediterranei a battersi per un cambiamento progressista in termini ambientali per l’Unione europea. Paesi nordici come la Svezia e la Finlandia detengono il record per quanto riguarda gli standard di tutela dell’ambiente. Per quanto riguarda invece gli eurodeputati del Sud Europa, spiega lo studio, sono quelli appartenenti ai nuovi partiti anti-austerità (come il Movimento 5 Stelle, Podemos e Syriza) ad avere le istanze più progressiste.
All’altro estremo della scala, tra i più conservatori in materia ambientale, troviamo invece gli eurodeputati polacchi, seguiti da slovacchi e sloveni. I parlamentari che provengono da Paesi ex comunisti preferiscono un approccio più graduale nelle politiche ambientali. Una posizione condivisa anche dagli eurodeputati del Regno Unito, più vicini a questi ultimi piuttosto che alle politiche promosse dai loro colleghi dell’Europa dell’Est.
Interessante capire chi sono gli eurodeputati più influenti al momento delle decisioni europee per la tutela del clima e dell’ambiente. Nella classifica di VoteWatch due italiani figurano tra i dieci parlamentari più influenti: Giovanni La Via del Ppe (1^ classificato) e Simona Bonafè del gruppo S&D (al 5^ posto). La Via, eurodeputato dell’Ncd, è stato presidente della Commissione ambiente e della delegazione del Parlamento europeo alla COP 21 di Parigi, spiega il rapporto. Bonafé, parlamentare del Pd, è stata invece particolarmente attiva nel pacchetto sull’economia circolare, producendo numerosi rapporti sulla materia. E’ stata anche rapporteur per la riforma sulla gestione dei rifiuti, osserva VoteWatch.
Infine lo studio analizza le posizioni dei gruppi politici del Parlamento europeo. Da questo punto di vista le sorprese sono minori: il gruppo dei Verdi è in assoluto il più progressista, tallonati dalla sinistra Gue-Ngl. Seguono a distanza i Social Democratici e i Liberali. Dall’altra parte, tra i più restii al cambiamento, ci sono i Conservatori del gruppo Ecr e i Popolari del Ppe, preoccupati dai costi addizionali che più alti standard ambientali comporterebbero. I gruppi euroscettici Efdd (nonostante i suoi membri italiani del M5S) e l’Enf, sono i maggiori oppositori delle politiche ambientali a livello europeo. Questi gruppi mettono in dubbio persino l legittimità dell’Ue a legiferare in questa area.