Bruxelles – L’accordo tra l’Ue e la Turchia di un anno fa “ha segnato un punto di svolta che ci ha permesso di rompere il crudele business model dei trafficanti che sfruttano le miserie umane mettendo le vite delle persone in pericolo”. Il portavoce della Commissione, Margaritis Schinas, ha rivendicato l’importanza del patto siglato tra gli Stati membri e Ankara, patto che è sempre più criticato da quando la svolta autoritaria di Recep Tayyip Erdoğan si è accentuata in seguito al fallito colpo di Stato nel Paese. “Sentiamo molte voci criticare l’accordo ma nessuna di queste che fornisce un’alternativa valida che avrebbe potuto salvare altrettante vite umane”, ha affermato Schinas secondo cui “l’implementazione del patto continua a essere una sfida” ma “mentre alcuni stanno lanciando campagne sui social media”, la Commissione “con gli Stati membri è occupata a lavorare giorno e notte per supportare i Paesi a migliorare la situazione sul terreno, e particolarmente i Paesi di frontiera Italia e Grecia”.
La Turchia negli ultimi giorni ha minacciato più volte di sospendere l’accordo, affermando che l’Europa non starebbe rispettando la sua parte di impegni, in primis quello di liberalizzare i visti dei cittadini turchi. “Non è nell’interesse della Turchia avere cellule di trafficanti e banditi a comandare nelle sue coste”, e “lavorare in combutta con dei banditi non è nelle linee guida di un Paese candidato” ad aderire all’Unione europea, è stata la risposta che il presidente Jean-Claude Juncker ha dato a queste minacce in una intervista al settimanale tedesco Bild am Sonntag.