Bruxelles – Il ministro delle Finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem, è intenzionato a portare fino alla fine il suo mandato di presidente dell’Eurogruppo, nonostante la batosta elettorale ricevuta dal suo partito, che alle ultime elezioni è passato da 38 a soli 9 deputati. “Il mio mandato dura fino a gennaio e la formazione del nuovo governo di coalizione potrebbe prendere alcuni mesi”, ha dichiarato Dijsselbloem che fino alla nascita di un nuovo esecutivo manterrà il suo incarico. “Se ci sarà un gap tra l’arrivo del nuovo ministro e la fine del mio mandato è presto per dirlo”, ha dichiarato Dijsselbloem al suo arrivo a Bruxelles alla riunione dei ministri della zona euro, e se il nuovo governo dovesse entrare in carica prima di gennaio “starà all’Eurogruppo decidere come procedere e credo che dovrò usare i prossimi mesi per discutere di ciò con i ministri e vedere quali soluzioni preferirebbero”.
“Ci sono alcune cose che so di sicuro, uno è che il mio partito ha perso le elezioni e le probabilità che entri nel futuro governo sono estremamente poche”, per questo bisogna essere “realisti e capire che il mio ruolo come ministro delle Finanze va verso la conclusione”, ha ammesso al termine dell’Eurogruppo Dijsselbloem che però ha ribadito “resto ministro in carica fino alla formazione del nuovo governo”, e fino ad allora “resterò sicuramente presidente dell’Eurogruppo”.
L’olandese ha anche affrontato la questione di una revisione delle regole di governance della zona Euro, e della possibilità che il ruolo di presidente diventi permanente e si modifichi, permettendo magari anche a chi non è ministro delle Finanze di ricoprire quel ruolo come vorrebbe qualcuno. La discussione sul tema “è in corso” e “ probabilmente sarà affrontata nel paper su futuro dell’Unione economica e monetaria che la Commissione sta preparando e che dovrebbe essere presentato a maggio”, ha continuato Dijsselbloem secondo cui il paper “fornirà gli strumenti per un ulteriore dibattito”, ma “alcune di queste questioni fondamentali sono nelle mani dei leader”, in quanto sta a loro decidere “se ci devono essere cambiamenti fondamentali nella governance”.
Al momento tutti i ministri stanno rinnovando la loro fiducia all’olandese. “È estremamente competente e apprezzato” e la questione di una sua eventuale sostituzione “sarà affrontata al momento opportuno”, ha affermato il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, che ha sottolineato che in un dossier delicato come quello del Terzo Memorandum per la Grecia “il contributo di Dijsselbloem è stato importante”, in quanto è “una persona che conosce ammirabilmente questo dossier e lo fa avanzare al meglio”. “E’ un buon presidente dell’Eurogruppo e il suo mandato scade nel 2018” si è limitato a dire il tedesco Wolfgang Schäuble.
L’eterno ‘rivale’ di Dijsselbloem, il ministro spagnolo Luis de Guindos, il cui nome è da sempre accostato alla carica di presidente dell’Eurogruppo ha detto che Dijsselbloem “deve prendere la decisione che ritiene più conveniente”, ma aggiungendo che “in principio io non sono candidato” alla sua successione. De Guindos ha definito “evanescenti” le regole sull’elezione del presidente dell’organismo che riunisce i Paesi euro, in quanto non è chiaro il punto che afferma che la carica spetti a un ministro delle Finanze facente funzione, ma sul futuro di Dijsselbloem “decideremo ascoltando il buonsenso” ha concluso.