Bruxelles – Le autorità dei consumatori dei Paesi Ue e la Commissione europee si sono incontrate giovedì con i rappresentati dei principali social network (Facebook, Twitter e Google+). Obiettivo della riunione era discutere delle soluzioni proposte da queste compagnie per risolvere il problema delle truffe sui social, denunciate da “un crescente numero di consumatori”, come riporta la Commissione Ue.
“I social media sono diventati una parte della nostra vita quotidiana e la maggioranza degli europei li usa regolarmente. E’ quindi tempo di assicurare che le forti regole europee, che sono lì per proteggere i consumatori dalle pratiche ingiuste, siano applicate nel settore”, ha detto in occasione della riunione la commissaria europea alla tutela dei consumatori Věra Jourová. “Non è accettabile che i consumatori dell’Ue possano soltanto chiedere a una corte della California di risolvere una disputa. Né possiamo accettare che gli utenti siano privati del loro diritto di recesso da un acquisto in rete”, ha aggiunto Jourová.
Esistono numerose leggi europee che regolano la materia, tra cui la Direttiva sul commercio elettronico e quella sulle clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori. Esse prevedono ad esempio che i social media non possano privare i consumatori del loro diritto di rivolgersi a una corte nel loro Stato membro di residenza, né nascondere un contenuto sponsorizzato. Eppure queste norme non sono finora state rispettate a dovere dai social media in questione. Sul web proliferano raggiri nei confronti degli utenti: registrazioni per una prova gratuita che non danno sufficienti informazioni; finte promozioni “vinci uno smartphone con 1€” che sono in realtà veri concorsi che prevedono versamento di quote annuali; vendita di prodotto contraffatti e altro ancora.
“I social media devono prendersi maggiore responsabilità nel risolvere il problema delle truffe e delle frodi che accadono sulle loro piattaforme”, ha concluso la commissaria, sancendo che le compagnie in questione hanno “un mese da ora per proporre soluzioni che rispettino le regole dell’Ue”.