Roma – All’Unione europea “manca ancora una Costituzione europea, e non perché nessuno ne abbia mai avvertito la necessità, ma perché invece di essere ratificata fu sottoposta a referendum”. Dopo una giornata passata con i suoi omologhi degli altri Parlamenti nazionali degli stati membri a discutere del futuro dell’Ue, il presidente del Budestag Norbert Lammert chiude la sua visita romana al Campidoglio, dove con la collega della Camera, Laura Boldrini, rinnova l’impegno di Italia e Germania per l’integrazione europea, intervenendo a un convegno organizzato dalla Konrad Adenauer Stiftung, dove esprime il rammarico per lo stop che la Carta dell’Ue ricevette nel 2005.
Una Costituzione “che tutti i Parlamenti dell’Unione europea avrebbero ratificato”, ricorda Lammert, “fu bloccata da due referendum”, uno in Francia e l’altro in Olanda, che tra maggio e giugno del 2005 bocciarono il testo firmato solennemente dai capi di Stato e di governo il 29 ottobre 2004, nella stessa Sala degli Orazi e dei Curiazi del Campidoglio, a Roma, dove il 25 marzo del 1957 furono sottoscritti i Trattati che diedero vita alla Comunità europea.
“Se vi state chiedendo se io sia contrario a quella modalità di approvazione”, domanda provocatorio Lammert alla platea, “ebbene sì, lo sono e trovo irresponsabile sottoporre a plebiscito delle questioni così complesse”. All’Ue serve una Costituzione, dunque, ma senza che per la sua approvazione siano chiamati in causa direttamente i cittadini, indica il compagno di partito della cancelliera Angela Merkel. “La politica deve avere il coraggio di prendere, non le decisioni che sono popolari, ma quelle che ritiene siano giuste”. A suo avviso, quindi, non sempre i cittadini sono in grado di fare le scelte più sagge, e ciò “può portare a risultati difficilmente correggibili”, tuona, come “ad esempio la Brexit”.