Bruxelles – Pier Carlo Padoan e soci salvino i libri in formato digitale. Non solo conti pubblici e governance economica nel Consiglio Ecofin di martedì. I ministri economici dei Ventotto sono chiamati a rivitalizzare il dibattito sull’imposizione ridotta dell’Iva per i libri in formato elettronico. All’ordine del giorno della sessione di lavoro la proposta di revisione della direttiva sull’Iva, che si incaglia però sugli e-book. A livello tecnico non è più possibile superare un’impasse che appare solvibile solo con l’intervento politico, visto che anche la Corte di giustizia ha stabilito che l’Iva ridotta per gli e-book è contraria alle norme comunitarie. Il dibattito di orientamento tra i Ventotto rappresentanti degli Stati membri servirà, come sempre in questi, a cercare di sbloccare le trattative e permettere un accordo di principio. E’ quello che sperano soprattutto i maltesi: la presidenza di turno dell’Ue ha fatto degli “e-book” questione prioritaria e vorrebbe chiudere il dossier entro la fine del semestre.
I libri non sono tutti uguali. In base alle regole attuali sui libri di carta va imposta un’aliquota Iva minima del 5%. Un regime che non si applica ai libri elettronici, tassati al contrario al 15%, e per i quali non sono previste regimi agevolati. L’obiettivo della revisione della direttiva intende da una parte considerare lo sviluppo tecnologico e il trattamento di un mercato fino a pochi anni non così sviluppato, e regolamentare le nuove filiere in modo analogo così da parte portare alla parità di trattamento fiscale di beni comparabili. Le proposte di modifica della direttiva sull’Iva (2006/112) hanno come scopo quello di permettere agli Stati membri di applicare gli stessi importi non-standard dell’Iva per entrambi i tipi di libri, ma senza un obbligo a farlo e lasciando facoltà di scelta.
I timori per l’Iva zero. L’obiettivo di equiparazione di trattamento di libri cartacei e libri elettronici crea qualche apprensione. Si teme un abbattimento totale dell’Iva, con tutte le ripercussioni di gettito fiscale. In sostanza i governi vedono nelle proposte di modifica il rischio di una riduzione degli introiti per esenzioni che non si vogliono, soprattutto tra le delegazioni nordiche. Per le pubblicazioni elettroniche si propone la possibilità di introdurre non soltanto aliquote Iva ridotte (al 5% come i libri di carta), ma addirittura aliquote ‘ultra-ridotte’ e ‘zero’. Si teme, tra le delegazioni più influenti, che in caso di approvazione questa novità legislativa, in virtù del principio di parità di trattamento fiscale, possa essere estesa anche ai libri cartacei, creando un sistema di esenzione per entrambi i tipi di beni. L’Italia è tra quei Paesi che non esprimono particolari riserve alle proposte di modifica della direttiva, e Roma sarebbe disponibile a sottoscriverle. Può essere dunque il ministro Padoan a cercare di ricoprire il ruolo di cercatore di consensi agevolando il compito dei maltesi.
Tappe serrate. Non c’è molto tempo per salvare gli e-book. Dopo il dibattito di orientamento, servono lavori tecnici per tradurre in pratica gli indirizzi dei ministri, quindi serve un passaggio all’Ecofin per l’accordo politico tra ministri. Ci sono solo le riunioni di maggio (23) e giugno (16) per recapitare ai ministri la bozza di accordo, se si vuole rispettare il calendario maltese che vorrebbe un’intesa entro fine semestre di presidenza. Una volta raggiunto l’accordo questo può essere approvato formalmente in qualunque occasione, come punto non oggetto di dibattito in altri formati ministeriali. I ministri economici devono fare in fretta. Si comincia martedì, con l’auspicio di chiudere.