Roma – A sentire il nome, Forza Europa, si potrebbe pensare sia stato Silvio Berlusconi a ideare questa iniziativa. Invece non ha nulla a che vedere con l’ex Cavaliere, impegnato com’è a ricucire con i vecchi alleati leghisti schierati sul fronte euroscettico. Sono l’ex commissaria europea Emma Bonino e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, a presentare “un impegno che vuole diventare una mobilitazione”, almeno per ora, in vista del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma.
L’obiettivo a breve termine è richiamare ogni cittadino che credere ancora nell’Ue, nonostante “i suoi difetti”, a impegnarsi per il progetto europeo, sottoscrivendo un appello e mobilitandosi per rispondere con “una forza uguale e contraria agli attacchi che sicuramente ci saranno sul web e sui social network”, il 25 marzo prossimo, da parte degli antieuropeisti prenderanno di mira il compleanno della Comunità europea progenitrice dell’Ue. L’intento “ambizioso”, spiegano gli organizzatori, “è di fare dell’hashtag #ForzaEuropa un trend topic (argomento popolare, ndr) sui social network” in quella giornata.
Tuttavia, “l’obiettivo è politico”, ammette Della Vedova ai giornalisti che chiedono se l’intenzione sia di costituire un movimento o un partito. La speranza è che l’iniziativa abbia successo, e poi si penserà a “come tradurlo” in iniziativa politica, cosa che “dipenderà da molti fattori”. Tra questi, anche se il sottosegretario non la menziona in questi termini, c’è la legge elettorale per le prossime politiche. Della Vedova fa solo un accenno all’argomento per dire che, stando ai sondaggi, con il sistema attuale “il vero rischio in Italia è che non avremo una maggioranza per formare un governo, ma avremo una maggioranza per una cosa sola: uscire dall’euro”.
Secondo l’esponente dell’esecutivo, invece, l’Italia deve sfruttare “lo scudo che l’euro e il Fiscal compact ci offrono” per rilanciare la crescita, la produttività e la competitività. Ridurre il debito pubblico e osservare le regole di bilancio europee, indica, è necessario “per i nostri figli, non per accontentare dei burocrati europei”.
L’impegno di Forza Europa è quindi rivolto ad “affrontare di petto l’ondata di nazionalismo, che non può essere scansata ma può essere battuta”, secondo il sottosegretario. Le sue parole sul Fiscal compact sembrano suggerire che, se si riuscisse a “far passare la piena” dell’euroscetticismo anche in Francia e in Italia, come è avvenuto in Olanda, allora si potrebbe proseguire con l’Ue com’è stata finora, austerità inclusa.
In realtà non è così, spiega Bonino. Una volta scampato il pericolo di “tornare a 28 staterelli”, a suo avviso, “non possiamo sederci”. L’Ue, e in particolare l’Eurozona, si sono date “regole buone per la primavera inoltrata, ma quando è arrivata la tempesta della crisi abbiamo scoperto di non avere nemmeno l’ombrello”, denuncia la leader radicale. L’euro “è stato un successo nei primi anni”, prosegue, ma non ha prodotto quell’unione politica che “ci si attendeva seguisse” a quella monetaria. Quindi “abbiamo una moneta unica, ma non abbiamo un ministro del Tesoro comune, né un degno bilancio comune, né una banca prestatrice di ultima istanza”. Modifiche di governance che per Bonino sono necessarie “se non vogliamo affondare la barca” dell’integrazione europea.
Se la strada per procedere è quella “dell’Europa a due o più velocità”, l’ex ministra degli Esteri non ha “nulla in contrario”. “Capisco che sia difficile a 28”, ma “quello che mi preoccupa è che le diverse velocità diventino un’Europa a menu variabile”. Anche questo, insieme con l’ascesa dei nazionalismi “è un pericolo da evitare”.