Bruxelles – Il Parlamento europeo dovrà sottoscrivere la dichiarazione di Roma che uscirà dal summit del 25 marzo solo se ci saranno “contenuti”, e solo se il testo che i leader metteranno a punto saprà essere veramente ambizioso per il futuro dell’Ue. La linea dei socialisti europei è questa, come espresso dal capogruppo S&D Gianni Pittella, nel suo intervento in Aula in occasione del dibattito sui preparativi delle celebrazioni dell’Europa sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. “A Roma non dobbiamo parlare a vuoto, non dobbiamo usare slogan. Se la dichiarazione di Roma dovesse essere troppo debole, le chiediamo di non firmarla”, la richiesta pubblica fatta ad Antonio Tajani, presidente dell’Eurocamera.
Pittella ha quindi spiegato cosa intende per “troppo debole”, definendo cosa aspetta di vedere dall’appuntamento di Roma. I leader che si ritroveranno in Italia a fine mese dovranno mettere nero su bianco impegni chiari e decisi in quelle che i socialisti vedono come le tre priorità su cui dover lavorare fin da subito: la costruzione di un’Europa sociale, la costruzione di una difesa veramente comune e la realizzazione di un sistema di asilo davvero europeo, la promozione dell’Europa nel momento “in un momento in cui Trump isola l’America e rimette e in discussione l’ordine internazionale” fin qui conosciuto. I socialisti non hanno accolto con entusiasmo il libro bianco della Commissione europea sul futuro dell’Europa, dove non si indica la via da seguire. Ora però si attendono di vederla tracciata a Roma. “Sarebbe un errore concentrarsi sulla velocità. Il problema dell’Europa non è la velocità, ma la direzione. Dobbiamo stabilire dove andare, e andarci insieme”. Attenzione, però: “Se la direzione è l’austerità, andiamo a sbattere”.
Aprendo il dibattito di Strasburgo Tajani aveva detto che “l’Europea è molto di più di un mercato o di una moneta. Proprio da qui dobbiamo ripartire. Non possiamo limitarci a una cerimonia formale per ricordare quelli che sono stati i migliori 60 anni nella storia dell’Europa libera”. Secondo il presidente del parlamento europeo “l’anniversario della firma dei Trattati di Roma deve essere, prima di tutto, l’occasione per riavvicinare l’Europa ai cittadini. Dobbiamo dare risposte concrete alle loro preoccupazioni contrastando la disoccupazione, il terrorismo, governando i flussi migratori, promuovendo i nostri valori nel mondo”.
“A Roma, il 25 Marzo, è prevista la firma di una dichiarazione solenne. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno dell’unità europea. L’Ue va cambiata – aveva concluso -, non indebolita”.