Bruxelles – Via libera del Parlamento europeo alla proposta della Commissione europea per garantire libero accesso in tutta Europa alla banda larga per il 5G. Le frequenze per le connessioni wireless tra i 470 e i 790 MHz (cosiddetta banda 700 Mhz), secondo quanto deciso dall’Europarlamento, saranno rese disponibili entro il 2020 da tutti gli Stati membri.
Il provvedimento, prevede l’introduzione di alcuni “criteri uniformi” per armonizzare le regole dei Paesi europei sulla vendita e sulla liberalizzazione dell’uso della banda 700 Mhz, necessaria per il funzionamento della quinta generazione delle tecnologie per la comunicazione (il 5G appunto). Questa promette di raggiungere velocità da 100 a 1000 volte superiore rispetto al 4G attualmente in uso tra le grandi compagnie di telefonia mobile.
Con la nuova disciplina approvata dall’Assemblea, secondo la relatrice ed eurodeputata del gruppo Socialisti e democratici Patrizia Toia, si eviterà quel “caos” generato dall’introduzione degli standard per il 4G, dove ogni Stato membro ha agito per conto proprio, in tempi diversi, e l’Unione europea ha perso la possibilità di diventare leader mondiale nel settore. “Naturalmente”, ha aggiunto Toia, “la suddivisione dello spettro delle frequenze si svolgerà a livello nazionale”, ma con questa nuova disciplina “avremo un calendario uniforme per la banda 700Mhz e un approccio di lungo termine per le frequenze inferiori”.
Gli Stati, avranno tempo fino al 30 giungo 2020 per adeguarsi e garantire l’accesso alle frequenze. Tuttavia, sarà possibile posticipare questo limite al giugno 2022, ma solo per quei Paesi che abbiano un “motivo debitamente giustificato”. Tra questi motivi rientrano i possibili problemi di coordinamento transfrontaliero, le cause di forza maggiore, gli eccessivi costi rispetto ai guadagni stimati e i probabili problemi tecnici derivanti dalla “migrazione” di un gran numero di utenti verso standard più avanzati. L’Italia farà quasi certamente parte del gruppo di Paesi che posticiperanno la data al 2022, andando quindi contro quanto auspicato anche dalla Commissione europea.