Bruxelles – La comunità internazionale nelle guerre del passato “troppe volte non ha preparato la strategia post conflitto in tempo”, non si è fatta trovare pronta e “le conseguenze sono state molto pesanti”. Per questo, ha spiegato Federica Mogherini in conferenza stampa al Parlamento di Strasburgo, l’Unione europea ha deciso di preparare una strategia per la Siria che guardi soprattutto alla fase post conflitto, allo scopo di creare le condizioni per un Paese democratico, unito e plurale.
La comunicazione congiunta (scaricala qui) messa a punto dalla Commissione “rafforza non solo il nostro impegno e sostegno a una soluzione politica alla guerra come l’unico modo in cui possiamo riportare la pace in Siria”, ma rafforza anche “quello che l’Unione europea potrebbe fare in un contesto post-accordo in cui la ricostruzione può avere inizio”, ha affermato l’Alto rappresentante per la politica Estera.
La comunicazione della Commissione fa un’analisi del contesto politico, di sicurezza e umanitario in Siria e dello stato di avanzamento degli interventi dell’Ue in risposta alla crisi nel Paese, contiene un’analisi dei rischi e delle minacce poste dalla guerra per gli interessi fondamentali dell’Europa, alla stabilità regionale e globale e infine la definisce una serie di obiettivi da perseguire. Bruxelles punta a promuovere la democrazia, i diritti umani e la libertà di parola rafforzando le organizzazioni della società civile, la riconciliazione nazionale basata su uno sforzo di peace-building e lotta all’estremismo violento e settario, da attuare attraverso anche dei processi per crimini di guerra. Sottolinea poi la necessità di venire incontro ai bisogni umanitari della popolazione stremata da anni di feroce guerra civile e infine di sostenere la resilienza della popolazione, della società e delle istituzioni del Paese.
L’Ue è perfettamente posizionata “per giocare questo ruolo” di accompagnamento nella ricostruzione di una nuova Siria in quanto “siamo un partner credibile e affidabile, capace di lavorare con tutti gli attori regionali e che ha una forte presenza umanitaria sul territorio”, ha ricordato Mogherini. Al momento però ci sono diversi fronti di trattative aperte. Ci sono i colloqui di Astana, capitale del Kazakhstan, sotto l’egida di Russia, Turchia e Iran tra emissari del presidente Bashar al-Assad e dei ribelli. Questi colloqui “sono prevalentemente militari, hanno portato ad alcuni cessate il fuoco a cui diamo il benvenuto”, ha concesso Mogherini, che ha precisato però che il fronte importante è quello di Ginevra, guidato dall’Onu: “È lì che si lavora per la soluzione politica e a quelle trattative noi diamo il nostro supporto”.