Bruxelles – Migliora a gennaio 2017, anche se di poco, la produzione industriale nell’Ue a 28 sia rispetto a dicembre 2016 sia rispetto a gennaio 2017. È quanto emerge dai dati dell’Istituto europeo di statistica, Eurostat, che mette a confronto i Paesi membri. L’Italia, con il suo -2,3% di produzione industriale su base mensile, comincia l’anno in modo piuttosto male registrando il peggior calo dal 2012.
In generale, l’aumento della produzione per L’Ue a 28 calcolata su base mensile è dello 0,5%, mentre è leggermente superiore se si considerano solo i 19 Paesi dell’area euro (+0,9%). Comparato con gennaio 2016, invece, la produzione industriale di inizio 2017 registra un incremento dello 0,6% nell’area euro e un +1,3% per l’Unione europea al completo.
Il comparto energia e i beni capitali, su base mensile, sembrano essere i settori più in salute, segnando rispettivamente un +1,5% e +2,4%. Diminuzioni invece si registrano nella produzione di beni strumentali (-1,5%), beni intermedi (- 0,4%) e beni durevoli (- 0,9%). Tra gli Stati membri, si distinguono per il maggior incremento, tra dicembre 2016 e inizio 2017, l’Irlanda (+3,4%), la Germania (+3,3%) e la Grecia (+2,5%). Al contrario, Croazia, Danimarca e Bulgaria con una riduzione rispettivamente del 6,8%, del 4,6% e del 3,9%, segnano i risultati peggiori in Europa.
Su base annuale, Lituania (+8,4%), Grecia (+7,4%) ed Estonia (+6,7%) mostrano i più alti tassi di crescita tra gennaio 2016 e inizio 2017, mentre Irlanda (-8,6%), Bulgaria (-1,2%) e Lussemburgo (-0,9%), sempre nello stesso periodo, vedono ridurre la propria produzione industriale. Nel complesso, tra inizio 2016 e gennaio 2017, l’Unione europea ha visto crescere il comparto dell’energia del 5,6%, i beni durevoli del 2,0%, la produzione di beni intermedi dell’1,7% e i beni capitali dello 0,8%.
Per l’Italia, il -2,3% registrato su base mensile si accompagna al -0,5% di crescita della produzione industriale rispetto a gennaio 2016. Si tratta della contrazione maggiore paragonata a gennaio 2012, quando il calo era stato del 2,8%. La media dei tre mesi novembre-gennaio mostra comunque un aumento dello 0,5% rispetto al trimestre precedente.