Bruxelles – Europa dipendente dal gas russo? Si può fare, secondo la Commissione europea. La direzione generale per la Concorrenza diretta da Margrethe Vestager ha approvato le misure che il fornitore russo Gazprom ha proposto di mettere in atto per rispondere alla preoccupazione dell’Ue per poter operare nel mercato unico. “Gli impegni vanno incontro ai nostri timori”, ammette Vestager. Ora l’esecutivo comunitario intendere rimettere la parola alle parti interessate, attraverso l’avvio di una consultazione pubblica per raccogliere le osservazioni in merito.
Il problema Gazprom. L’Unione europea ritiene che l’operatore russo distorca le regole del mercato attraverso l’abuso della sua posizione dominante. Nello specifico l’esecutivo comunitario è dell’idea che Gazprom violi le regole di concorrenza dell’Ue mettendo in atto una strategia globale di segmentazione dei mercati del gas dell’Europa centrale e orientale. Una procedura è stata aperta ad aprile 2015, quando è partita la lettera con cui si chiedevano chiarimenti a Gazprom.
Le garanzie dei russi. Gazprom si è impegnata a ridurre la frammentazione del mercato eliminando le restrizioni contrattuali per la rivendita di gas. In base a questo impegno Ungheria e Romania potranno invertire i flussi e rivendere il gas a Bulgaria e repubbliche baltiche. A sua volta la Bulgaria potrà rivendere alla Grecia. Altro elemento di preoccupazione dell’Ue era la politica dei costi. Gazprom si è impegnata a rivedere i listini del gas venduto in Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Si prevedono prezzi fissi di riferimento di vendita con clausole di revisione che permettono ai clienti di chiedere una modifica del prezzo del gas quando il costo del gas applicato è diverso da quello di riferimento.
Nordstrem e Southstream. Tra le garanzie messe sul piatto da Gazprom, la rinuncia a chiedere risarcimento danni alla Bulgaria per l’abbandono del progetto Southstream, il gasdotto per la connessione tra Russia e Unione europea. Quando al raddoppio di Nordstream, il gasodotto che collega Russia all’Europa attraverso il mar Baltico, Vestager ha chiarito che non è sul tavolo. “I commissari competenti hanno ripetuto che non c’è necessità per un’infrastruttura simile”.
Niente sanzioni. La Commissione europea non ha intenzione di prendere provvedimenti contro il colosso russo del gas per i provvedimenti scorretti tenuti in passato. “Dovevamo scegliere tra sanzioni per il passato, o indurre ad avere comportamenti più responsabili per il futuro. Riteniamo che sia meglio la seconda possibilità”, spiega Vestager. La Commissione ha evitato il muro contro muro contro Gazprom, con l’obiettivo di negoziare e ottenere cambi di politiche commerciali senza contraccolpi. A giudicare da quello che l’esecutivo presenta dopo mesi di trattative la linea sembra portare ai dei frutti. Resta da mettere in piedi il meccanismo di verifica del rispetto delle condizioni che Gazprom promette. Vestager assicura che ci sarà. “Possiamo parlare di soluzioni, ma anche essere pronti per interventi”, qualora ce ne fosse bisogno.