Roma – Quando morì nel 1854, Heinrich Mylius lasciò dietro di sé un’eredità culturale difficile da quantificare, ma certamente di straordinaria importanza. Da tedesco trapiantato in Italia, sostenne un intenso scambio culturale fra l’Italia e la Germania; grazie a lui, per esempio, entrarono in contatto Goethe e Manzoni. Questa prospettiva internazionale venne celebrata dal suo pronipote Ignazio Vigoni quando nel 1983 lasciò in eredità tutti i possedimenti familiari di Menaggio, sul lago di Como, alla Repubblica Federale Tedesca, a patto che fossero utilizzati per promuovere lo scambio culturale, scientifico e diplomatico italo-tedesco in una prospettiva europea. Da questa iniziativa nel 1986 nasce l’Associazione Villa Vigoni, il centro Italo-Tedesco per l’Eccellenza Europea che da allora si impegna a promuovere e rafforzare la collaborazione tra i due paesi, cementando così l’integrazione europea.
In piena sintonia e continuità con il suo passato, il 25 febbraio 2017 si riunisce nella Villa Vigoni il comitato per la redazione del ‘Rome Manifesto’. Un gruppo di giovani intellettuali (accademici e non), di diversa nazionalità e formazione, che si è posto come obbiettivo la stesura di un manifesto in cui vengono tracciate le linee guida per il futuro dell’Europa, o almeno così sperano i suoi redattori. L’Unione Europea vigente viene descritta come incapace di affrontare le sfide del futuro e quindi da riformare. Il manifesto descrive una futura Europa federale chiamata UFE, Unione Federale Europea, che si configura, per l’appunto, sulla base di un’unione fra stati, non come superstato unitario, in cui le competenze sovranazionali sono limitate ma fondamentali. Queste competenze verranno amministrate, nella miglior tradizione liberale, da Locke a Montesquieu, entro un sistema di netta separazione tra il potere legislativo, esecutivo e giudiziario organizzato su scala Europea. Un altro elemento fondante dell’UFE è la creazione di una narrativa politica europea che riconosca il retaggio culturale che accomuna il continente e ne trasmetta l’eredità e il patrimonio alle generazioni a venire e, allo stesso tempo, ricordi le atrocità avvenute in passato in modo da evitarle in futuro.
Il comitato è formato da tre gruppi che hanno lavorato separatamente per mesi prima dell’incontro conclusivo alla Villa Vigoni del 25 febbraio, allo studio e alla creazione di una nuova narrativa europea, alla riforma delle istituzioni europee, e alla presa di coscienza europea da parte dei suoi cittadini. Ognuno di questi tre gruppi è stato patrocinato rispettivamente da Peer Steinbrück (ex-ministro dell’economia della Germania), Filippo Taddei (responsabile economico del Partito Democratico) e da Sylvie Goulard (europarlamentare francese). L’iniziativa ha ricevuto anche il sostegno di numerose istituzioni prestigiose tra cui l’università Humboldt di Berlino,la fondazione Mercator, la fondazione Schwarzkopf e l’università John Hopkins.
Il ‘Rome Manifesto’ verrà presentato il 23 marzo nella Villa Almone di Roma, sede dell’ambasciatore tedesco in Italia, in concomitanza con le celebrazioni per il sessantesimo anniversario della sottoscrizione dei trattati di Roma, che sancì l’istituzione della Comunità Economica Europea. L’evento è organizzato dall’ambasciata tedesca, dalla Villa Vigoni e dall’associazione United Europe.