Bruxelles – Due anni di interdizione dai pubblici uffici per aver “disobbedito” alla Corte costituzionale spagnola. Ecco la sentenza che condanna l’ex presidente della Catalogna, Artur Mas, per avere promosso nel 2014 un referendum consultivo sull’indipendenza della comunità autonoma spagnola.
Assieme a Mas sono state condannate le ex consigliere Irene Rigau e Joana Ortega (la prima a 21 e la seconda a 18 mesi). Tuttavia, la condanna è molto inferiore alla richiesta avanzata dall’accusa, che aveva chiesto dieci anni di sospensione per il leader indipendentista. L’atto incriminato dalla sentenza è il voto del 9 novembre del 2014 sull’indipendenza della Catalogna. Alla consultazione presero parte solo 2 milioni e 300 mila catalani (su un totale di 5,4 milioni di aventi diritto), di questi l’80% votò a favore dell’indipendenza da Madrid. Quattro giorni prima del voto, Artur Mas aveva ricevuto un’ingiunzione dalla Corte Costituzionale che imponeva di sospendere il referendum, ma l’allora presidente del governo catalano era andato avanti per la sua strada.
“Non c’era intenzione di commettere un crimine o di disobbedire nessuno. Se fosse stato così ovvio che c’era un crimine, perché la Corte costituzionale non avrebbe fatto niente per mettere in atto la sua decisione?”, si è difeso Mas durante il processo. Prima dell’inizio della controversia legale, il leader catalano aveva accusato le autorità spagnole di punire i suoi oppositori: “Non è l’indipendenza a essere sotto processo, ma la democrazia”, aveva detto Mas all’agenzia France-Presse. Il leader catalano dovrà anche pagare una multa di 36.500 euro.
Nonostante la sentenza, il movimento indipendentista catalano sembra determinato a proseguire la sua lotta per allontanarsi dal resto della Spagna. “Tutto il nostro appoggio va ad Artur Mas. Questa sentenza è indegna e antidemocratica”, ha commentato in una conferenza stampa Sergi Sabrià, portavoce del partito separatista di sinistra ‘Esquerra Republicana de Catalunya’, accusando Madrid di aver strumentalizzato la sentenza in senso politico. “Non ci fermeranno, andremo avanti e dimostreremo che le urne ci daranno ragione” ha rilanciato il portavoce.
Il governo conservatore di Mariano Rajoy si è sempre opposto con forza a qualsiasi richiesta di sovranità da parte della Catalogna, indicando come una decisione unilaterale di indipendenza costituirebbe una violazione della Costituzione spagnola. Secondo il Guardian, nelle ultime settimane il governo avrebbe preso in considerazione la possibilità di invocare l’articolo 155 della Costituzione, che permette di sospendere l’autonomia regionale catalana per evitare il prossimo referendum sull’indipendenza, che si terrà in settembre. In tal modo Madrid potrebbe ordinare la chiusura delle scuole nella regione per impedire che vengano usate come seggi elettorali, e perfino prendere il controllo della polizia catalana.