Bruxelles – Nel giorno della festa della Donna si è svolto, presso il Parlamento europeo a Bruxelles, un incontro tra Gina Miller e l’European Women Alliance (Ewa), l’associazione nata per promuovere la comune identità europea e partecipare alla discussione sul futuro dell’Ue, rafforzando al contempo la presenza femminile sia nel dibattito pubblico che nei processi decisionali. La donna d’affari, originaria dell’ex Guyana britannica e nota per aver imposto al governo di Theresa May il voto parlamentare sulla Brexit, ha parlato nel corso del dibattito della sua esperienza di donna immigrata di successo, soffermandosi in particolar modo sulla campagna anti-Brexit che l’ha vista protagonista e sulle difficoltà incontrate.
La sua azione ha sinora determinato l’approvazione di due importanti emendamenti da parte dalla Camera dei Lord, uno dei quali riguarda lo status dei cittadini dell’Ue residenti nel Regno Unito. Miller, che nel Regno Unito ha anche creato la fondazione filantropica True & Fair Foundation, ha spiegato di “non essersi mai sentita così indesiderata come oggi”, dopo “aver vissuto 42 anni nel Regno Unito”. La donna ha aggiunto che le critiche ricevute (spesso violente e di stampo razzista), sono state tutte “sul personale” e non “sul contenuto della propria azione”, facendole così capire che “il messaggio è giusto”, come succede di solito in questi casi. L’imprenditrice britannica, che si è detta rafforzata dalla “solidarietà dei Paesi europei”, ha sottolineato di essere determinata ad andare avanti, perché “il tempo gioca a favore di chi crede nella forza e nell’autorità delle istituzioni”. Miller ha concluso il suo intervento sottolineando come “il problema della Gran Bretagna”, – dove, ha spiegato, “c’è molta confusione” – vada “ben oltre il referendum” e riguardi “la concentrazione di potere”.