Bruxelles – Confermata dalla Corte di giustizia europea la maxi-multa inflitta dalla Commissione europea a Samsung. L’azienda coreana è ritenuta colpevole di aver partecipato tra il 1996 e 2006, insieme ad altre 6 imprese, a due diverse intese per limitare la concorrenza nel mercato dei tubi catodici per gli schermi di televisori e computer. La Corte ha respinto il ricorso presentato da Samsung, ritenendo valida la precedente sentenza del Tribunale Ue, chiamato a pronunciarsi su una prima impugnazione in cui l’azienda chiedeva la riduzione dell’ammenda.
Il 5 dicembre 2012, la Commissione aveva inflitto sanzioni per un totale di 1,47 miliardi a sette imprese che avevano partecipato ad accordi sleali nel mercato. Le intese consistevano sostanzialmente in fissazioni dei prezzi, ripartizione dei mercati e dei clienti, limitazioni della produzione e scambio regolare d’informazioni commercialmente sensibili. L’ammenda per Samsung, calcolata dall’Antitrust Ue, corrispondeva a quasi 70 milioni di euro per l’intesa relativa ai tubi catodici per televisori, e a poco più di 81 milioni per quella
sugli schermi dei computer.
I giudici del Lussemburgo hanno ritenuto valide le motivazioni del Tribunale, che aveva respinto le argomentazioni della Samsung secondo cui la vendita di quei prodotti che non costituivano l’oggetto dell’intesa avrebbero dovuto essere esclusi dal calcolo della sanzione. Inoltre, la Corte ha rigettato l’accusa dell’azienda in cui sosteneva di essere stata discriminata in quanto alcuni partecipanti agli accordi erano sfuggiti alle multe della Commissione. Come deciso dai giudici, quindi, Samsung sarà costretta a pagare la maxi-multa di 151 milioni di euro.