Roma – Se “oltre il 50% delle imprese dell’Ue” sono “già parte di catene del valore mondiali”, come indica il presidente della Commissione europea in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, “non possiamo permetterci di tornare all’isolazionismo e al protezionismo”. Il capo dell’esecutivo comunitario crede “in una politica industriale comune forte”, capace di ottenere “risultati anche in tempi difficili”, e invita le imprese europee a sfruttare “appieno le soluzioni di investimento messe a disposizione dall’Ue, e in particolare “il Piano Juncker”.
Poi promette che “l’Ue continuerà a investire nell’innovazione di punta della sua industria e a finanziarla”. Tuttavia, sottolinea, “continueremo ad aver bisogno di investimenti esteri” e dunque “dobbiamo garantire l’apertura dei nostri mercati alle imprese straniere e dei mercati esteri a quelle europee”.
Juncker auspica che il libro bianco sui possibili scenari futuri dell’Unione europea diventi anche la base per “un dibattito franco e aperto su quanto l’Ue può fare per sostenere l’industria e sfruttare la globalizzazione a proprio vantaggio”, ma di una cosa si dice “convinto: in nessuno scenario il nazionalismo economico può essere coerente con l’idea di Europa o con la prosperità del suo popolo”.