Bruxelles – La direttiva europea sull’Iva non permette di applicare un’aliquota ridotta a ebook e pubblicazioni in formato digitale, a meno che questi non siano forniti tramite un supporto fisico come un cd. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue, che si è pronunciata su richiesta della Corte costituzionale polacca, alla quale si era rivolto il Difensore civico del Paese. Quest’ultimo aveva messo in dubbio la validità della direttiva perché, a suo parere, da un lato non è compatibile con il principio della parità di trattamento e, dall’altro, il Parlamento europeo non era stato sufficientemente coinvolto nel procedimento legislativo.
Scopo dell’applicazione di un’Iva ridotta alle pubblicazioni di libri cartacei e su cd è quello di incentivare i cittadini alla lettura e, sebbene lo stesso discorso possa essere considerato valido anche per le pubblicazioni digitali, secondo la Corte ciò non è possibile visto il “particolare regime di Iva applicabile al commercio elettronico. Infatti, tenuto conto delle continue evoluzioni cui sono soggetti i servizi elettronici nel loro complesso, si è ritenuto necessario assoggettare tali servizi a norme chiare, semplici e uniformi”, scrive la Corte in una nota. “Peraltro – continua il comunicato – ammettere che gli Stati membri abbiano la possibilità di applicare un’aliquota Iva ridotta alla fornitura di libri digitali per via elettronica” “equivarrebbe a pregiudicare la coerenza d’insieme della misura voluta dal legislatore dell’Unione, consistente nell’escludere tutti i servizi elettronici dalla possibilità di applicare un’aliquota Iva ridotta” per non generare confusione fra le aziende.
Per quanto riguarda invece l’obbligo di consultare il Parlamento europeo nel corso del procedimento legislativo, i giudici hanno stabilito che l’assemblea sia stata sufficientemente coinvolta, per questo la direttiva deve considerarsi valida.
L’unico modo per consentire una riduzione dell’Iva per gli ebook rimane quindi quello di emendare l’attuale normativa europea, così come proposto dalla Commissione Ue, che infatti ha reagito al pronunciamento della Corte esortando i ministri delle Finanze dei 28 “ad avanzare” su tale proposta già dal prossimo Ecofin. L’esecutivo comunitario ha presentato una nuova proposta a inizio dicembre, e “ora contiamo sul sostegno di tutti i Paesi Ue per aggiornare la legislazione”, ha chiarito la portavoce Vanessa Mock.