Bruxelles – Semaforo verde dalla Commissione europea per gli aiuti di stato che l’Ungheria ha stanziato per la costruzione di due nuovi reattori nucleari a Paks, piccola cittadina ungherese già sede dell’unica centrale nucleare del Paese. Secondo la commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, i finanziamenti statali sono “in regola con le norme sugli aiuti di Stato” del trattato di Lisbona, in quanto accompagnati “dall’impegno del governo di Budapest di limitare le distorsioni della concorrenza nel mercato”.
In particolare, il finanziamento pubblico riguarda la concessione di un prestito a un costo inferiore rispetto a un investimento privato, per la costruzione di due nuovi reattori nucleari nel sito di Paks. Questo permetterà la sostituzione dei quattro reattori in funzione dal 1980, che generano circa il 50% della produzione nazionale di energia elettrica. Il progetto, conosciuto come ‘Paks II’, secondo il governo è reso necessario dalla graduale obsolescenza dei vecchi reattori, che vanno quindi sostituiti, e dalla sempre maggiore richiesta di energia elettrica nel Paese.
Budapest, nello specifico, ha garantito che eventuali profitti del gestore di Paks II non potranno essere reinvestiti per acquisire una capacità aggiuntiva di generazione, ma solo per ripagare il prestito statale e i costi ordinari di funzionamento. Inoltre i nuovi reattori saranno legalmente e funzionalmente separati dall’operatore della centrale nucleare (Mvm group), per evitare l’eccessiva concentrazione del mercato in un solo soggetto. Infine, per garantire la liquidità del mercato, Paks II venderà almeno il 30% della sua produzione totale di energia elettrica al libero mercato, mentre la restante quota sarà venduta a prezzi ragionevoli e non discriminatori.
La decisione della Commissione Ue non è stata duramente criticata da Greenpeace Europa che ha giudicato la scelta della Commissione “incredibilmente irresponsabile”. Secondo l’associazione ambientalista il governo ungherese, guidato da Viktor Orbán, spesso sotto i riflettori per scelte di politica interna di dubbia democraticità, avrebbe preso il controllo dell’Agenzia regolatoria per il nucleare nel Paese. Questo metterebbe a rischio “l’indipendenza e la trasparenza delle agenzie regolatorie nazionali” e porterebbe il progetto Paks II ad avere “un vantaggio sleale sul mercato dell’energia, rendendo più difficile per le energie rinnovabili la competizione”.