Bruxelles – Freddi numeri che descrivono una tragica realtà. Dall’inizio del 2017 al 5 marzo scorso, circa 19,300 tra migranti e richiedenti asilo hanno attraversato il mare per raggiungere l’Europa, riporta l’Oim, l’Organizzazione internazionale per la migrazione, nel suo rapporto ‘Mediterranean Update‘, pubblicato oggi. Di questi, l’80% sono arrivati in Italia, mentre il resto in Spagna e in Grecia. In totale coloro che sono morti nel tentativo di raggiungere la costa sono stati almeno 521.
La situazione dell’Italia resta particolarmente sensibile, anzi più allarmante rispetto all’anno scorso. Un portavoce dell’Oim riporta da Roma le cifre del Ministero dell’interno italiano: dall’inizio dell’anno circa 15.844 migranti sono arrivati in Italia via mare (dato del 6 marzo). Lo scorso 5 marzo circa 1.442 migranti sono stati portati sulle coste italiane dalla Guardia costiera e da alcuni gruppi di Ong attive nel soccorso dei naufragi nel Mediterraneo. Di questi tempi, nel 2016 si erano registrati 9.000 arrivi circa sulle coste italiane: 6.000 in meno rispetto al 2017.
Di conseguenza anche il numero dei decessi in mare è aumentato vertiginosamente. Secondo l’Oim, che ha raccolto testimonianze anche a Lampedusa, il numero di persone decedute nel Mediterraneo nel 2017 ammonterebbe a un totale di 521: circa 50 persone in più rispetto ai 471 registrati nel 2016 in questo periodo dell’anno. Tra i migranti che non ce l’hanno fatta, la stragrande maggioranza è morta nel tentativo di raggiungere l’Italia (477).
Il rapporto dell’Oim riporta anche i dati relativi alle cause di morte dei migranti nel Mediterraneo. La maggior parte di essi è morta per annegamento (4.218 persone), le altre per i motivi più disparati: 124 per asfissia, 8 per l’incendio della nave, 3 per ipotermia, 9 di fame. Per ora il tasso di mortalità registrato in base agli arrivi è del 2,7%: un punto in più rispetto all’1,4% sul totale del 2016. Ma i numeri sono ancora più allarmanti, se si pensa che nel biennio 2015-16 i dati più alti di decessi si sono registrati nei mesi di aprile e maggio. Il 2017 potrebbe rivelarsi quindi un annus horribilis per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa via mare.