Bruxelles – È vero, ha assunto la madre come assistente parlamentare, ma lo ha fatto perché il commercialista le aveva detto che era possibile, e ora sta restituendo tutti i soldi che sono stati spesi irregolarmente. È la difesa di Lara Comi, dopo la pubblicazione dell’inchiesta di Repubblica in cui il suo nome figura tra quelli che hanno usato irregolarmente i fondi per gli eurodeputati del Parlamento europeo. “È importante per me chiarire tutta la vicenda, con grande trasparenza, come ho sempre fatto”, esordisce l’esponente di Forza Italia, poi argomentando: “Nel 2009, a 26 anni, sono stata eletta in Parlamento Europeo. Ho lasciato il mio lavoro nel settore privato e con grande entusiasmo ho intrapreso quest’avventura. Ogni giorno mi trovavo di fronte a sfide nuove e importanti e, per affrontarle, ho deciso di avere a fianco a me, con un incarico fiduciario, la persona di cui avevo la massima fiducia, mia madre, che mi è stata vicino in tutti i momenti più importanti della vita. Per potermi supportare in questo ruolo lei si è presa l’aspettativa – non retribuita – dal suo lavoro pubblico come insegnante”.
“La possibilità di scegliere un familiare come collaboratore era permessa fino al 2009, con un periodo transitorio di un anno, come mi aveva spiegato il mio commercialista, che aveva anche consultato gli uffici del Parlamento Europeo”, afferma Comi secondo cui “solo dopo molti anni, cioè nel 2016 vengo a scoprire che questa possibilità era stata esclusa dai regolamenti parlamentari”. La spesa irregolare c’è stata, ammette l’eurodeputata che nel frattempo era stata eletta per un secondo mandato a Bruxelles e Strasburgo, ma sarebbe stato commesso in buona fede. “Per questa ragione, già lo scorso 3 aprile 2016, ho ritirato l’incarico al mio commercialista che, seppure in buona fede, aveva commesso l’errore”, spiega ancora Comi aggiungendo: “Come persona che ha un ruolo pubblico mi prendo comunque tutte le responsabilità di questa vicenda e ho già messo in atto tutte le azioni necessarie: sto restituendo fino all’ultimo centesimo la somma che viene contestata, con una detrazione che ogni mese mi viene prelevata direttamente dallo stipendio”.
“Chi vuole fare polemica strumentalmente sulla vicenda, ha sbagliato persona perché per me la trasparenza e la limpidezza dei comportamenti vengono prima di tutto”, ha concluso Comi.