Bruxelles – La Polonia è pronta a dare battaglia contro la conferma di Donald Tusk, un suo ex primo ministro ora rappresentate di un partito all’opposizione, come presidente del Consiglio europeo.
Al vertice dei Ventotto di giovedì l’elezione del nuovo presidente (Tusk è in scadenza a giugno dopo il primo mandato di 30 mesi) è il primo punto in discussione, e già da qualche giorno la Polonia ha fatto sapere di volersi opporre con tutti i mezzi. E’ possibile, si afferma nei corridoi di Bruxelles, che la premier Beata Szydlo, probabilmente come sempre in costante contatto telefonico con Jaroslaw Kaczynski , vero leader del partito al governo, il Pis, prema per allungare i tempi chiedendo un vertice straordinario dedicato alla questione. Tra l’altro l’Ungheria di Victor Orban è sulla stessa linea polacca, il che potrebbe complicare il confronto, anche se, tecnicamente, per l’elezione basta la maggioranza qualificata del 72 per cento dei membri che rappresentino almeno il 65 per cento della popolazione europea. Di norma però questo tipo di votazione si fa “per consenso” cioè senza votare davvero, ma solo prendendo atto della comune volontà dei capi di Stato e di governo.
A presiedere questa parte del Consiglio europeo sarà il premier maltese Joseph Muscat, presidente di turno dell’Ue. A quanto si apprende non vuole cedere alle pressioni della Polonia e la sua intenzione è di chiudere la questione in quindici minuti, annunciando che c’è una chiara maggioranza per Tusk. Szydlo potrebbe abbandonare la sala per rendere chiara la sua posizione, e gli altri se ne faranno una ragione.
Il sottosegretario Sandro Gozi, oggi a Bruxelles, spiega che “l’Italia sostiene la rielezione di Tusk, attorno al quale c’è un consenso generale”, però ammette che per ora “attendiamo di vedere quale sarà la posizione della prima ministra polacca”. Secondo Gozi, oggi “è presto per dire cosa può succedere in termini di vertice straordinari o conferme. Su Tusk – insiste – c’è comunque un consenso generale”.