Bruxelles – La decisione con cui la Commissione ha vietato la concentrazione tra Ups e Tnt nel settore della consegna rapida di piccoli pacchi non è valida. Così ha giudicato il Tribunale dell’Ue, secondo il quale la Commissione ha violato i diritti della difesa di Ups, basandosi su “un’analisi econometrica che non era stata oggetto di discussione, tale e quale, durante il procedimento amministrativo”.
All’origine della sentenza del Tribunale, c’è l’acquisto da parte della società americana United Parcel Service (Ups) della società olandese Tnt Express (Tnt), entrambe operanti su scala mondiale nel settore dei servizi di trasporto e logistica. Nell’Ue, Ups e Tnt – così come l’americana FedEx e la tedesca Dhl – sono attive nella consegna rapida di piccoli pacchi (servizi in cui il prestatore si impegna a consegnare i piccoli pacchi in un altro paese entro un giorno). Nel 2012 Ups aveva notificato alla Commissione il suo progetto di acquisizione di Tnt in applicazione del regolamento sulle concentrazioni. Ma il progetto non era piaciuto a Bruxelles.
A fine gennaio 2013, la Commissione aveva vietato l’acquisizione di Tnt da parte di Ups. In sostanza, essa riteneva che tale acquisizione avrebbe comportato una restrizione della concorrenza in 15 Stati membri, con riferimento alla consegna rapida di piccoli pacchi verso altri paesi europei. La transazione avrebbe ridotto a tre, o addirittura solo a due, il numero di attori rilevanti sul mercato degli Stati in questione, lasciando talvolta Dhl come unica alternativa a Ups. Per la Commissione, tale concentrazione avrebbe probabilmente danneggiato i clienti determinando un aumento dei prezzi del servizio. A quel punto Ups aveva adito il Tribunale dell’Unione europea per ottenere l’annullamento della decisione della Commissione.
Il Tribunale dell’Ue ha dato ragione a Ups, bocciando il divieto della Commissione e annullandone gli effetti. Il vizio individuato dall’organo di giustizia sta nell’analisi econometrica utilizzata dalla Commissione nella sua decisione del 2013: l’analisi si basava su un modello diverso da quello che era stato oggetto di dibattito nel procedimento amministrativo con Ups. La Commissione, ha ricordato il Tribunale europeo, aveva l’obbligo di comunicare alla sua controparte il modello definitivo dell’analisi econometrica prima di adottare la decisione impugnata. Avendo omesso di farlo, essa ha violato i diritti della difesa di Ups.