Bruxelles – Basta al caro-medicine. I prezzi dei prodotti per curarsi sono sempre meno alla portata economica dei cittadini, e il Parlamento europeo ha deciso di venire incontro alle esigenze della popolazione dell’Ue approvando una proposta di risoluzione che intende rendere tracciabili i costi di produzione dei farmaci e più trasparente la composizione del prezzo di vendita finale. L’obiettivo finale è fare in modo di ridurre il costo delle cure mediche. Su questo l’Aula del Parlamento europeo si è espressa a larghissima maggioranza (568 voti a favore, 30 contrari, e e 52 astenuti).
Medicinali inaccessibili. La risoluzione non legislativa denuncia che ormai “in molti casi i prezzi dei nuovi medicinali sono aumentati nel corso degli ultimi decenni, al punto da diventare proibitivi per molti cittadini europei”. Ciò nonostante l’accesso dei pazienti ai medicinali essenziali è uno dei principali obiettivi dell’Ue e dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms). Tuttavia la possibilità di potersi permettere medicine dipende dalla loro tempestiva disponibilità e dalla loro accessibilità economica per tutti, senza discriminazioni geografiche. Condizioni che, secondo i parlamentari europei, oggi non sono rispettate. “Alcuni medicinali essenziali non sono disponibili in molti Stati membri, il che può causare problemi nella cura dei pazienti”. Una situazione secondo il Parlamento in alcuni casi dovuta a strategie commerciali “illegittime” nel settore farmaceutico, tra cui la pratica che consiste nel ritardare l’immissione sul mercato del medicinale in cambio di un pagamento (“pay for delay”), a problemi politici o legati alla produzione o alla distribuzione, oppure al commercio parallelo.
Le criticità del settore. Il Parlamento europeo chiede innanzitutto modifiche nella legislazione europea e nelle pratiche al fine di fissare un prezzo accessibile. Si chiede maggiore trasparenza attraverso una tracciabilità e pubblicità dei costi di ricerca, in particolare la quota di finanziamento pubblico. I deputati europei sono dell’idea che i dati su cui si fonda la valutazione del valore aggiunto dei medicinali innovativi “sono spesso scarsi e non sufficientemente convincenti per corroborare solide decisioni sulla fissazione dei prezzi”. Ci sono poi questioni più puramente di mercato. A Bruxelles si “deplora” il fenomeno delle controversie miranti a ritardare l’ingresso sul mercato dei medicinali generici. Secondo la relazione finale relativa all’indagine sul settore farmaceutico condotta dalla Commissione, il numero delle controversie è quadruplicato tra il 2000 e il 2007, il 60% dei casi riguarda brevetti di seconda generazione e che occorrono in media 2 anni per la risoluzione di tali controversie. Va messo fine a tutto questo.
Le raccomandazioni. Diverse le raccomandazioni rivolte a Consiglio e Commissione singolarmente e congiuntamente. Data la situazione il Parlamento invita a “rafforzare le capacità di negoziazione degli Stati membri per garantire l’accesso a prezzi contenuti ai medicinali in tutta l’Ue”. In particolare si esortano poi la Commissione e gli Stati membri ad adottare piani strategici che assicurino l’accesso a medicinali salvavita, e si chiede a tal proposito “il coordinamento di un piano per eradicare l’epatite C in Europa utilizzando strumenti quali l’approvvigionamento congiunto europeo”. Quanto alle raccomandazioni ‘singole’, si invita l’esecutivo comunitario a proporre una nuova direttiva sulla trasparenza delle procedure di fissazione dei prezzi e sui sistemi di rimborso, “tenendo conto delle sfide del mercato”. Lo stesso team Juncker dovrebbe poi adottare ulteriori misure per promuovere lo sviluppo dei medicinali per terapie avanzate e l’accesso dei pazienti a questi ultimi. Mentre per il Consiglio c’è l’invito specifico a “potenziare la cooperazione tra gli Stati membri per quanto riguarda le procedure di fissazione dei prezzi”.
Favori alle multinazionali? Dietro l’iniziativa pro-cittadinanza del Parlamento si nasconde però un regalo alle multinazionali del farmaco, secondo il deputato europeo del Movimento 5 Stelle, Piernicola Pedicini. A garantire tale premio l’approvazione dell’emendamento a firma Ppe e Alde che favorisce la pratica dell’innovazione incrementale dei farmaci. “Potrebbe essere di beneficio per i pazienti”, secondo l’Aula del Parlamento Ue. Di diverso parere Pedicini, il quale ricorda che in base alle regole, alla scadenza del brevetto di un farmaco le case farmaceutiche perdono i diritti di proprietà intellettuale che servono a ripagare gli investimenti fatti nella ricerca. Il regime di innovazione incrementale, denuncia, prevede però che “grazie a piccole innovazioni che ne cambiano la composizione, come ad esempio, l’aggiunta di un eccipiente, le case produttrici ottengono un’estensione del brevetto che li rende monopolisti di fatto”. In pratica la molecola attiva che cura le malattie “è sempre la stessa ma cambia solo qualche dettaglio della composizione del farmaco o le sue modalità di somministrazione”. E’ grazie a quello che Pedicini ha definito “trucchetto” che le multinazionali dei farmaci “si garantiscono la possibilità di tenere sempre alto il prezzo del farmaco” a scapito dei cittadini.