Bruxelles – Altro che pace e distensione, le relazioni tra Turchia e Germania sono sempre più tese. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha scelto di usare i toni forti, accusando Berlino di “praticare ancora il nazismo”, oggi come oltre 70 anni fa. La grave accusa è stata pronunciata dal leader turco durante una manifestazione di donne a sostegno del referendum costituzionale tenutasi a Istanbul la scorsa domenica 5 marzo.
Le relazioni con la Germania, dopo l’arresto del corrispondente turco-tedesco del Die Welt, non accennano a migliorare. Erdogan da Istanbul ha tuonato: “Germania, non hai nessun legame con la democrazia, dovresti sapere che le tue attuali azioni non sono diverse da quelle del periodo nazista. Quando lo diciamo, loro si inquietano. Perché vi inquietate?”. La Turchia non fa quindi un passo indietro, anzi preferisce l’attacco come miglior difesa, dopo le accuse di Berlino di aver preso “una decisione eccessivamente dura” nei confronti del giornalista arrestato per propaganda terroristica.
L’attacco di Erdogan arriva dopo l’annullamento da parte di Berlino di alcuni comizi elettorali di politici turchi in Germania in vista del referendum del 16 aprile. I rifiuti ai comizi sono stati decisi dalle autorità locali tedesche per motivi di “sicurezza”. Nulla con cui abbia a che fare il governo della cancelliera Angela Merkel. Tuttavia, a poco sono servite le difese del governo federale: quando il ministro della Giustizia turco Bekir Bozdag ha saputo che il comune di Gaggenau gli negava lo spazio per l’evento è volato direttamente a casa da Strasburgo, annullando l’incontro con il suo omologo tedesco Heiko Maas, che avrebbe voluto affrontare anche la questione del reporter.
Da Berlino non si sono fatte attendere reazioni dure alle parole di Erdogan. Dalle file della Csu, il distaccamento bavarese del partito di Merkel, il capo dell’organizzazione Andreas Scheuer ha dichiarato che il presidente turco è “il nuovo despota del Bosforo” e di pretenderne le “immediate scuse”. Tra i pochi di diverso parere c’è invece il capogruppo dell’Spd al Bundestag, Thomas Oppermann, che si è schierato in favore dei comizi in Turchia: “se si prende sul serio la libertà d’opinione, è sbagliato ripagare la controparte con la stessa moneta”.
Ad Ankara si stanno convincendo che l’Europa voglia boicottare il voto costituzionale, che darebbe poteri straordinari al presidente Erdogan. “Dove sono la democrazia e la libertà di espressione? Nessuno ci può trattenere, noi andremo dove vorremo e incontreremo i nostri cittadini”, ha commentato il ministro degli esteri turco Mevlüt Cavusoglu, dopo che anche l’Austria e l’Olanda hanno annullato i comizi sul loro territorio dell’Akp, il partito al governo in Turchia. Intanto questo mercoledì è previsto un incontro tra i ministri degli esteri di Turchia e Germania. Sarà l’occasione per tentare di ricucire gli ultimi strappi e riportare i rapporti tra Berlino e Ankara alla normalità?