Bruxelles – I Lord britannici hanno dato un colpo di freno al calendario del governo sulla Brexit, votando ieri un emendamento con il quale si chiede al governo di proteggere i diritti dei tre milioni di cittadini europei che vivono nel Regno Unito. I voti a favore sono stati 358, quelli contrari 256.
Il voto impone ora un nuovo voto della Camera dei Comuni (che aveva già bocciato, nella sua prima lettura, questo emendamento), alla quale spetterà l’ultima parola sul testo della legge che autorizza l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona. Non ci si aspettano sorprese, ma questo secondo passaggio potrebbe ritardare l’adozione definitiva del testo che consente di lanciare la procedura di divorzio dall’Unione europea.
Theresa May a metà di marzo vorrebbe invocare l’articolo 50 e avviare i negoziati sul divorzio di Londra da Bruxelles, destinati a durare (almeno) due anni. Contestualmente, secondo indiscrezioni giornalistiche, il governo vorrebbe già limitare la libertà di movimento, uno dei principi costitutivi del Mercato unico, e di conseguenza i cittadini dell’Unione Europea non potrebbero più liberamente stabilirsi nel Regno unito.