Roma – “Non è scritto che la manovrina” da 3,4 miliardi di euro richiesta dalla Commissione europea “si debba fare. C’è un’interlocuzione aperta con l’Ue. Cerchiamo di non pregiudicare la forza contrattuale” del ministro dell’Economia, Pier Carlo “Padoan, prima che questa interlocuzione finisca”. Il guardasigilli Andrea Orlando, parlando più in veste di candidato alla guida del Pd, interviene alla trasmissione televisiva Omnibus, su La7, mettendo in dubbio la necessità di una correzione di bilancio, confermata appena ieri dal commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici, nel corso di un’audizione davanti ai parlamentari italiani.
Il titolare di Via Arenula sta “dalla parte di Padoan” e ritiene che “in questo momento tutto dobbiamo fare tranne mettere in difficoltà il ministro” impegnato a negoziare con Bruxelles. “Non dobbiamo costruire un rapporto con l’Europa che sia di volta in volta polemico o subalterno”, prosegue Orlando, secondo il quale serve invece “un rapporto di respiro, basato su una maggiore flessibilità”, perché “non mi convince l’idea che di volta in volta ci sia una battaglia con l’Ue sullo 0,1 o lo 0,2” per cento del Pil.
Il ministro della Giustizia risponde anche sulla paventata necessità di una manovra da 20 miliardi, da varare in autunno con la prossima Legge di bilancio. “Al momento i numeri non sono fissati”, indica. “Dovremo affrontare questo tema anche rivedendo il rapporto con l’Europa”, sostiene Orlando, convinto che ci siano “i margini per evitare che la manovra porti a un inasprimento fiscale”, sebbene “un ragionamento sulla fiscalità vada fatto”.