Bruxelles – Il candidato della destra repubblicana alla presidenza della Repubblica in Francia, François Fillon, è stato convocato per il 15 marzo prossimo dai magistrati francesi in merito all’inchiesta sugli incarichi assegnati a moglie e figli e pagati con soldi pubblici. La stampa francese aveva fatto trapelare una sua intenzione di lasciare la partita per le presidenziali, ma nel corso di una conferenza stampa ha denunciato l’atto dei giudici come un tentativo di “assassinio politico”. Per questo, ha indicato, “andrò dai giudici”, ma “Non cederò, non mi arrenderò, non mi ritirerò” dalla corsa per l’Eliseo. In mattinata era circolata la voce, poi smentita, di un un fermo nei confronti della moglie Penelope Fillon, convocata invece davanti ai magistrati insieme con il marito.
Non si placa quindi lo scandalo che ha colpito nei giorni scorsi Fillon per aver assegnato, secondo gli inquirenti, lavori fittizi a moglie e figli pagati con fondi pubblici. Una vicenda che per molti aveva già compromesso la sua campagna elettorale, ma che il candidato all’Eliseo – ricordando l’ex premier italiano Silvio Berlusconi e le sue tesi di essere vittima di complotti giudiziari – tenta di ribaltare a proprio favore quella che considera un’aggressione della magistratura.
“E’ al popolo francese e a lui solo che mi appello”, ha tuonato Fillon, convinto che “solo il suffragio universale” e non l’intervento dei giudici “potrà decidere chi sarà il prossimo presidente” francese. Quindi “vi chiedo di seguirmi, di resistere”, ha domandato il candidato ai propri sostenitori. Saranno le prossime settimane a dire se Fillon, dato nei sondaggi come favorito in un possibile duello al ballottaggio con Marine Le Pen – anche lei convocata della magistratura, in una inchiesta per distrazione di fondi europei per la quale rischia di perdere l’immunità di europarlamentare dopo essersi rifiutata di rispondere alla convocazione – potrà affermarsi nel voto popolare nonostante le vicende giudiziarie che lo coinvolgono.