Roma – Alla riunione di lunedì prossimo, a Bruxelles, “ci sarà un momento congiunto tra i ministri degli Esteri e della Difesa nel quale saranno prese decisioni importanti per avanzare tutti quanti verso un sistema di sicurezza e Difesa comune”. L’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, è sicura che il prossimo vertice ministeriale farà compiere un ulteriore passo avanti all’integrazione europea in questi due campi.
Ieri sera, in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri Angelino Alfano – ultimo appuntamento istituzionale di una giornata iniziata con una visita ufficiale in Vaticano e proseguita con incontri con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e la ministra della Difesa Roberta Pinotti – Mogherini ha ribadito che l’approccio europeo rimane improntato al “soft power, ma siamo anche una potenza militare e non dobbiamo avere paura di dirlo”, ha sottolineato.
Mentre dagli Stati uniti arrivava l’annuncio del presidente Donald Trump su uno “storico” aumento di budget per la Difesa, la vicepresidente della Commissione europea ha mandato agli “amici americani” un messaggio chiaro: “Se ci si aspetta di più dall’Europa” in materia di difesa, come indicano le richieste di aumentare la contribuzione verso l’Alleanza atlantica, questo maggiore impegno può essere assunto “attraverso l’Unione europea”.
Se “la Nato discute di come aumentare o razionalizzare i contributi”, spiega Mogherini, “l’Ue può incentivare la cooperazione, in particolare nel settore dell’innovazione e della ricerca, in modo da rendere più produttivi gli investimenti”. È vero che “gli europei investono nel settore della difesa circa il 50% di quanto facciano gli statunitensi”, ha ammesso, ma il problema è che “l’output di tali investimenti è pari a circa il 15% di quello che ottengono gli Usa”. Dunque, è necessario “potenziare l’impatto” della spesa.
L’Alto rappresentante indica la strada da seguire: “Invece di avere 28 diversi progetti di investimento, l’Ue può facilitare una cooperazione che produca un risultato più efficace a parità di investimenti”. Sarà questo uno dei punti su cui si possono registrare i maggiori passi in avanti, tanto come Ue nel suo complesso quanto in formati più ristretti. Lo suggerisce Alfano indicando che, “nonostante un’Europa a più velocità ci sia già, il progetto può coinvolgere più Paesi e non uno stretto circolo che si occupi di difesa”, come prefigurerebbe la cooperazione strutturata permanente su cui sembrano intenzionate a convergere Italia, Francia, Germania e Spagna.