Bruxelles – Non si peggiora, il che va bene. Ma neppure si migliora, il che non aiuta. L’Italia dell’efficienza regionale resta al palo, e in termini di competitività – se si toglie la Lombardia – resta indietro. La Commissione europea pubblica il terzo rapporto sull’indice di competitività delle regioni, e il risultato tricolore è modesto. Basta limitarsi a vedere i dati cromatici: il grado di competitività viene misurato in una scala ascendente dal fucsia al verde, con le regioni italiane colorate tutte di fucsia e rosa. Il Paese è ultimo in Europa, e negli ultimi tre anni non è cambiato niente.
Pubblicato per la prima volta nel 2010, il rapporto sull’indice di competitività delle regioni viene diffuso ogni tre anni. Quella di oggi è la terza edizione. Il documento della Commissione Ue misura 11 elementi (istituzioni, stabilità macroeconomica, infrastrutture, salute, istruzione di base, istruzione superiore, efficienza del mercato del lavoro, dimensione del mercato del lavoro, innovazione, sviluppo tecnologico, capacità di business). Nel complesso l’Italia è indietro. Solo la Lombardia è l’esempio virtuoso nazionale. Come certificato dall’esecutivo comunitario, “la Lombardia, una regione storicamente altamente produttiva, continua a essere la migliore regione italiana come nelle precedenti edizioni”.
Il dato italiano è tutt’altro che eccellente. Secondo la Commissione europea, tra le regioni a più alto livello di sviluppo (Pil pro capite superiore al 110% della media Ue), “molte regioni italiane sono poco efficienti”. Questo è il caso per “la maggior parte delle regioni del nord-est, così come Lombardia, Lazio e Valle d’Aosta”. Il caso Italia rispecchia comunque una tendenza generale che vede le regioni di tutta Europa non brillare. In più del 70% dei casi, la fase di sviluppo risulta invariato dal 2013. Solo l’8% delle regioni europee è migliorato in termini di sviluppo (in Austria, Repubblica Ceca, Germania, Polonia, Romania e Slovacchia). Dall’altra parte, 47 regioni (circa il 18%) hanno visto un declino (tra cui Cipro e Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia).