Bruxelles – L’Italia non cerchi scorciatoie: chi non ha i conti in regola deve sottoscrivere impegni chiari per correggerli e rimetterli a posto, altrimenti la Commissione europea prenderà provvedimenti. Flessibilità sì, insomma, ma niente sconti. Il commissario per l’Euro, Valdis Dombrovskis, ha richiamato all’ordine (finanziario) quei Paesi con squilibri eccessivi. Si tratta di quegli Stati membri con deficit troppo alto o debito troppo grande, di cui l’Italia fa parte. Nel corso dell’audizione in commissione Affari economici del Parlamento europeo Dombrovskis non è entrato nello specifico, ma si è limitato a dire che “dagli Stati con squilibri eccessivi ci aspettiamo programmi nazionali di riforme ambiziosi”. Documenti che l’esecutivo comunitario pretende, dato che “nel caso gli Stati non vadano nella giusta direzione, può essere aperta la fase correttiva” del patto di stabilità e crescita. Vuol dire “commissariamento” e rischio sanzioni fino allo 0,1% del Pil. Un rischio esistente per l’Italia, con il secondo debito pubblico dell’Eurozona e dell’Ue.
Il deficit è la differenza negativa tra entrate e uscite di un Paese. E’ la situazione in cui le spese eccedono i ricavi. Il contrario del deficit è il surplus. Il debito è invece l’insieme complessivo dei crediti che lo Stato ha accumulato nei confronti di altri soggetti pubblici e privati, che devono essere pagati. Gli stati che raggiungono un elevato livello di indebitamento, e quindi di debito pubblico, sono quelli a più elevato rischio “default”, vale a dire il fallimento per l’incapacità di far fronte a tutte le passività. Per questo si intende monitorare il Paese invitandolo a ridurre le esposizioni a rischi finanziari.
Roma e Bruxelles sono attualmente in fase di trattativa sui conti e gli sforzi di correzione. L’Ue ha chiesto e preteso correzioni per lo 0,2% del Pil alla manovra, con il governo e il ministero dell’Economia che si sono impegnati ad esaudire le richieste. La Commissione Ue, sempre attraverso Dombrovskis, in occasione della presentazione del pacchetto economico invernale della scorsa settimana ha detto che l’Italia già sarebbe nella condizioni di vedersi aprire una procedura per squilibri eccessivi, ma viene data fiducia alle autorità italiane. Oltre agli impegni presi con l’esecutivo comunitario, servirà però anche altro. Dombrovskis ha ricordato ai parlamentari europei che tra poco l’effetto della Bce finirà. “Il mandato della Banca centrale europea è quello di garantire la stabilità dei prezzi, specie con inflazione al di sotto del 2%. Adesso l’inflazione dell’area Euro è all’1,8%, quindi la politica monetaria accomodante della Bce non durerà per sempre, e i governi dovranno farsi trovare pronti”. Anche per questo l’Italia dovrà presentare le carte in regola, quando sottoporrà all’attenzione di Bruxelles il piano di riforme.