Bruxelles – Il bando russo alle importazioni di maiale e prodotti di maiale provenienti dall’unione europea “è illegale”, e per questo va rimosso. Lo ha stabilito l’Organo di appello dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) a proposito delle restrizioni commerciali introdotte dalla Russia a gennaio 2014, come risposta ai casi di febbre suina verificatisi nelle zone dell’Ue al confine con la Bielorussia. Una decisione che secondo il Wto è stata presa “contrariamente alle norme internazionali sul commercio”, sottolinea la Commissione europea, che ha chiesto l’immediata rimozione della barriere commerciali e di permettere alle imprese e agli operatori europei di riprendere a fare affari normalmente.
Una delle due messe al bando. La Russia ha chiuso le porte alla carne di maiale e prodotti di maiale europei nel gennaio 2014, per ragioni sanitarie. La Commissione europea ha avviato sin da subito il contenzioso, sollevato anche in sede di Wto. Oggi il Wto ha dato ragione all’Ue, affermando il principio per cui se la Russia poteva aver ragione nell’impedire l’accesso della carna di maiale nella aree affette dal virus, doveva permettere l’ingresso di maiali e carne di maiali provenienti da altra parti dell’Ue. Nel frattempo, però la Russia nell’agosto dello stesso anno ha introdotto nuove restrizione al comparto agricolo ed alimentare per ragioni politiche.
Riorientamento dell’export. La Russia rappresenta meno del 6% del commercio totale a dodici stelle, e meno del 4% della fetta complessiva di esportazioni Ue. Complessivamente tra il 2013 e il 2105 l’effetto combinato delle due messe al bando di prodotti Ue ha fatto crollare gli scambi commerciali tra Unione europea e Russia del 36%. Secondo le ultime stime della Commissione europea, questo si è tradotto in una riduzione del volume dell’export da 9 miliardi a 5,5 miliardi di euro. Una differenza che non rappresenta però perdite per il settore della carne di maiale, in quanto negli ultimi due anni suini e loro prodotti destinati al mercato russo è stata venduta su altri mercati asiatici (Cina, Filippine, Hong Kong). L’Ue ha tratto beneficio particolarmente dall’aumento di domanda cinese.
Impegno della Commissione. La Commissione Ue ha già chiesto alla Russia la riapertura del mercato ai prodotti suini europei, forte della sentenza dell’organo di appello del Wto. L’esecutivo comunitario assicura allo stesso tempo che “si continuerà ad assistere gli agricoltori europei” fin quando anche la questione delle restrizioni alle importazioni orto-frutticoli europee non sarà risolta.