Bruxelles – Marine Le Pen sfida i giudici francesi. Nel quadro dell’indagine sull’uso illecito dei fondi Ue per pagare i suoi assistenti, la candidata del Front National ha rifiutato di essere sentita dalla magistratura, che le aveva mandato un invito a comparire per lo scorso mercoledì 22 febbraio alle ore 14. Secondo il quotidiano francese Le Monde, Le Pen ha risposto ai giudici con una lettera nella quale avrebbe scritto che “non si presenterà ad alcuna convocazione di polizia o giudici fino alla conclusione delle elezioni politiche dell’11 e 18 giugno” prossimi.
Le Monde scrive che Le Pen era convocata lo stesso giorno in cui i magistrati dovevano ascoltare il suo capo di gabinetto, Catherine Griset. Quest’ultima è stata formalmente accusata di abuso d’ufficio nell’inchiesta che imputa alla leader del Front National di aver sottratto al Parlamento europeo circa 340mila euro tramite impieghi fittizi. A differenza dei suoi assistenti, Catherine Griset e Thierry Léger (il bodyguard implicato nella vicenda dei contratti falsi), entrambi sottoposti a misure di custodia cautelare, Le Pen può avvalersi dell’immunità da europarlamentare, che impedisce ai giudici di esercitare qualsiasi misura coercitiva nei suoi confronti. Per costringerla a essere interrogata, i magistrati francesi dovrebbero prima richiedere la sospensione della sua immunità al Parlamento europeo, una procedura lunga e complessa.
Intanto l’avvocato di Le Pen, intervistato da Le Monde, ha confermato la versione della deputata europea: “La giustizia non è un potere, bensì un’autorità. Essa non deve disturbare, con un’indagine che potrebbe essere condotta più tardi, un momento democratico fondamentale per il Paese”, ha dichiarato Rodolphe Bosselut. Nel frattempo, il Parlamento europeo sottrarrà mensilmente una parte dello stipendio da europarlamentare di Le Pen per recuperare la somma di 340mila euro che la leader del Fn ha finora rifiutato di restituire.