Bruxelles – C’è “seria preoccupazione tra alcuni dei partner” del progetto del Corridoio Sud del gas per “l’impatto dei ritardi soprattutto in Italia, dove manca ancora l’approvazione dei permessi nonostante gli enormi sforzi degli ultimi 18 mesi”. Sono le parole usate dal vicepresidente della Commissione Ue per l’Unione energetica, Maros Sefcovic, al termine della terza riunione ministeriale sul progetto del maxigasdotto che si è svolta oggi a Baku, capitale dell’Azerbaijan. Sefcovic ha quindi annunciato che intende recarsi in Puglia su invito del governatore della Regione Michele Emiliano, con cui c’è stato uno scambio di lettere, e con il governo. “Ho rivolto alcune delle questioni a Emiliano” e “sono lieto di aver ricevuto una riposta molto costruttiva”, per cui “sto programmando di visitare la Puglia e spero di farlo anche con il governo”, ha detto il vicepresidente. Con il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, c’è “un’eccellente cooperazione” – ha sottolineato Sefcovic – da cui l’auspicio di “trovare soluzioni alle questioni aperte per rispettare i tempi” previsti per l’avvio dei primi flussi di gas azero nel 2020.
L’Italia, ha poi ricordato Sefcovic, “può essere considerata come uno dei Paesi che beneficerà di più del progetto” del gasdotto che porterà il metano dall’Azerbaigian via Turchia, Grecia, Albania, sino appunto in Puglia, in quanto “riceverà la maggior parte delle forniture di gas”. L’intenzione è quindi di “lavorare duramente” perché le scadenze del 2018 per le prime consegne di gas in Turchia e del 2020 per quelle in Europa vengano rispettate. Si tratta di un progetto, ha sottolineato ancora il vicepresidente della Commissione Ue, che “andrà a beneficio delle comunità locali e delle regioni”.
Proprio in occasione della ministeriale a Baku un gruppo di eurodeputati, tra cui la pugliese Eleonora Forenza (Gue/Ngl), ha scritto una lettera a Sefcovic chiedendo una “moratoria” sul progetto fino a quando non sia stata fatta un’analisi d’impatto climatico, eliminato il rischio di non rispetto dei diritti umani in Azerbaigian, e assicurato la piena partecipazione di tutte le comunità locali sulla rotta del gasdotto e il rispetto di tutti i criteri ambientali. Il Movimento 5 stelle Europa, invece, ha avviato la campagna #NoMoreGAS chiedendo l’abbandono del progetto, che sarebbe “l’ennesimo sgambetto ai cittadini” ad opera del Pd.