Bruxelles – Le svolte annunciate da Microsoft non sono ancora sufficienti, così Windows 10 torna nel mirino dell’Article 29 working party, l’organismo consultivo indipendente coordinato dalla Commissione europea che si occupa di sorvegliare sul rispetto della privacy. La presidente Isabelle Falque-Pierrotin ha scritto una lettera al CEO dell’azienda, Satya Nadella, e al responsabile della protezione dei dati, Brendon Lynch, in cui chiede a Microsoft di “spiegare chiaramente che tipologia di dati personali sono processati e per quali scopi”.
Dopo una prima lettera inviata nel gennaio 2016 e l’apertura di diverse indagini da parte di alcuni garanti della privacy nazionali, coordinati da quello della Baviera (Germania), Microsoft ha annunciato che avrebbe apportato alcune modifiche alla sua politica. Windows 10 darà presto la possibilità agli utenti di scegliere fra cinque nuove opzioni sulla raccolta dei dati, ma pur “apprezzando la volontà di Microsoft”, secondo il gruppo Article 29 non è abbastanza. Se ai consumatori non viene spiegato chiaramente a cosa corrisponde ogni opzione, “il consenso” al trattamento dei dati “non può essere informato e quindi non è valido”, si legge nella lettera. “Rimangono domande aperte sulla proporzionalità dei dati personali che sono processati da Windows 10 per diversi scopi”, per questo il gruppo di esperti Ue “rimane preoccupato” sul livello di protezione della privacy offerto dall’azienda.