Bruxelles – Dopo 50 anni di occupazione è il momento che tutti gli Stati europei riconoscano la Palestina. A chiederlo ancora una volta sono i deputati del Parlamento europeo. “Dopo mezzo secolo di occupazione è evidente che le politiche che stiamo mettendo in campo non riescono a fermare il conflitto”, ha affermato Neoklis Sylikiotis, della Sinistra unita Gue, capo della delegazione di europarlamentari in visita in Palestina, delegazione a cui però è stato impedito di entrare a Gaza.
“La fattibilità della soluzione dei due Stati è in un momento critico e l’Unione europea e gli Stati membri devono riconoscere la Palestina come modo per proteggerla e preservarla”, afferma la delegazione in una nota. “L’Unione europea e il Parlamento sono fortemente a favore di una soluzione a due Stati come unico modo per raggiungere la pace in Medio Oriente”, ma “non ci può essere una soluzione a due Stati, senza appunto due Stati”, e per questo “l’Ue e i suoi Paesi membri devono riconoscere la Palestina. Noi, come Parlamento europeo abbiamo fatto la nostra parte”, ha affermato Sylikiotis ricordando il voto del dicembre 2014 quando l’Aula di Strasburgo ha riconosciuto “in linea di principio” la Palestina.
I deputati hanno fortemente criticato la regolarizzazione retroattiva delle colonie israeliane: “La costruzione di insediamenti è in aumento in maniera esponenziale, e c’è una chiara correlazione tra le demolizioni di case e scuole, alcune delle quali finanziato con l’aiuto dell’Ue, con l’espansione di insediamenti nella zona E1″, ha spiegato Sylikiotis lamentando che “oltre 300 persone sono già state sfollate a causa di demolizioni, confische e sgomberi in Cisgiordania e Gerusalemme Est quest’anno”, e ricordando ad Israele che “lo spostamento forzato delle persone è un reato secondo il diritto internazionale”.