Bruxelles – La campagna per le presidenziali si fa agitata per Marine Le Pen, candidata del Front National. Dopo le rivelazioni della scorsa settimana sull’indagine dell’Olaf (l’ufficio antifrode dell’Ue) su alcuni “falsi contratti di lavoro” che l’eurodeputata avrebbe pagato usando i fondi europei, in queste ore arrivano nuovi aggiornamenti sulla vicenda. Come rivelato da diversi quotidiani, la polizia giudiziaria francese ha interrogato il bodyguard e il capo dello staff del Fn per avere la loro versione dei fatti.
Ancora prima, nella serata di lunedì, la polizia aveva perquisito il quartier generale del Front National a Nanterre, poco fuori Parigi. Anche la perquisizione faceva parte dell’indagine sull’uso illecito dei fondi dell’Unione europea per pagare il bodyguard e un’assistente a di Le Pen. Le autorità francesi avevano già aperto un’inchiesta preliminare per frode nel dicembre 2016, sulla base delle accuse dell’OIaf.
Secondo gli investigatori di Bruxelles, Le Pen avrebbe pagato la sua guardia del corpo, Thierry Légier, più di 41,500 euro tra l’ottobre e il dicembre del 2011, attraverso un falso contratto da assistente parlamentare. La leader del Fn è anche accusata di aver retribuito con quasi 298,000 euro la sua assistente Catherine Griset, mentre questa lavorava per la sede del partito in Francia, anche in questo caso con fondi dell’Ue.
L’avvocato di Le Pen, Marcel Ceccaldi, ha intanto bollato il caso come una “manipolazione” messa in atto per destabilizzare la sua assistita durante la campagna elettorale. Marine Le Pen ha rifiutato la richiesta del Parlamento europeo, che le aveva intimato di restituire 340,000 euro, entro la fine di gennaio. La somma verrà quindi scalata dal suo stipendio da eurodeputata a partire da questo mese. Così la leader del Front National perderà circa 7,000 euro al mese. Altri tre europarlamentari del Fn, tra cui il padre di Le Pen, hanno ricevuto l’ordine della Corte europea di restituire un totale di 600,000 euro di fondi Ue usati in modo illecito.