Bruxelles – Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo del Ceta inizia il percorso di ratifica del trattato di libero scambio tra Europa e Canada attraverso i parlamenti degli Stati membri. E questo percorso sarà molto accidentato. Ad appena una settimana dal via libera di Strasburgo la prima grana per il Ceta arriva dalla Francia dove 106 deputati della sinistra hanno deciso di portare il trattato commerciale alla Corte costituzionale per chiedere ai giudici supremi se sia compatibile con la Carta francese. Si tratta di parlamentari dei Verdi, ex socialisti e membri del Front de gauche che ritengono, spiegano in una dichiarazione, che il Ceta implichi un trasferimento di sovranità “verso l’Unione europea superiore a quanto era stato stabilito”.
“È un accordo che va ben oltre gli accordi di libero scambio tradizionali e gli accordi bilaterali di investimento. Si accentua la liberalizzazione degli scambi tra il Canada e l’Unione europea, e ha introdotto un meccanismo di arbitrato per le dispute tra investitore e Stato che potrebbe comportare la soppressione di leggi, regolamenti e prassi nazionali considerate un ostacolo agli investimenti delle imprese canadesi negli Stati membri dell’Unione e viceversa”, si legge nella dichiarazione.
“Il suo impatto su tutti i livelli della legislazione nazionale ed europea e la volontà della Commissione europea di concludere, a nome degli Stati membri – senza un consenso veramente democratico – questo trattato ha portato i sottoscritti deputati, al momento 106, a chiedere al Consiglio costituzionale, di effettuare un esame dettagliato della sua compatibilità con la Costituzione”, conclude il documento.