Un impiego delle risorse più efficiente e meno dannoso per l’ambiente, lo sviluppo di nuovi modelli di produzione e consumo, l’implementazione di strategie innovative per rafforzare la competitività: sono tutte sfide indispensabili per reagire agli effetti dei mutamenti climatici ma anche per porre le basi di una nuova crescita economica e industriale. E sono l’oggetto di uno sforzo comune dei Paesi membri dell’UE, nell’ambito delle iniziative facenti parte della strategia Europa 2020.
Christian Ruggiero
L’Europa per un’economia ecosostenibile
Da quando la questione ambientale ha acquisito importanza si sente parlare sempre più spesso di ecosostenibilità, traducibile in ottimizzazione dell’uso di energia e maggior utilizzo delle energie rinnovabili unitamente a efficienza e riduzione delle emissioni e relativo impatto ambientale.
L’azione europea è al centro di questo processo, in quanto l’Unione si impegna a sostenere nella sua area operazioni strategiche per la limitazione dell’uso eccessivo di risorse e del loro impiego, allo scopo di creare un’economia competitiva rispetto alla concorrenza emergente della Cina e dell’America settentrionale e di ottenere un ruolo di leadership nel campo delle nuove tecnologie dell’energia rinnovabile.
In particolare, l’UE è impegnata nell’avviamento di una crescita sostenibile, la quale, secondo gli obiettivi della Strategia 2020, dovrebbe portare a una riduzione delle emissioni di CO2 di almeno il 20% rispetto al 1990, arrivare ad una sostituzione del 20% del fabbisogno di energia ricavandola da fonti rinnovabili, e un aumento del 20% dell’efficienza energetica. Se questi obiettivi saranno soddisfatti, entro tre anni si stima un risparmio di almeno 60 miliardi di euro sulle importazioni di petrolio e gas.
L’Unione promuove la crescita ecosostenibile, mediante due iniziative particolari: la ricerca dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse, con limitazioni delle emissioni di CO2, che porterebbe a una maggiore sicurezza energetica, e una politica industriale che aiuti le imprese nella resistenza alla crisi economica, sostenendo l’imprenditoria e rendendo le aziende europee maggiormente competitive.
Il settore industriale è quello maggiormente sensibile per quanto riguarda le emissioni inquinanti, mentre per la sostenibilità del settore edilizio è necessaria l’adozione di tecnologie ad hoc per il miglioramento di progettazione, in grado di ridurre il loro impatto ambientale, studiando l’utilizzo delle risorse attraverso la cooperazione tra designer, architetti, sviluppatori e imprese di costruzione. La Commissione europea svilupperà indicatori per valutare le prestazioni ambientali in tutto il ciclo di vita di un edificio e promuoverà il loro utilizzo per la costruzione di grandi progetti dimostrativi e di orientamento sul Green Public Procurement.
L’intenzione è quella di fornire un quadro di segnalazione volontaria che abbia potenziale di utilizzo per la formazione di professionisti del settore in tutta l’UE.
Per la buona riuscita di queste politiche è necessaria la collaborazione con imprese, sindacati, ONG, associazioni dei consumatori e mondo accademico.
In particolare, il mondo accademico è chiamato a collaborare allo sviluppo di nuove tecnologie con iniziative come quella del progetto Solar Decathlon, nel quale 22 atenei, tra cui La Sapienza di Roma, si sfideranno in ambito internazionale nel creare il miglior prototipo in scala reale di abitazione sostenibile ed energeticamente efficiente utilizzando solamente l’energia solare.
Federico Saccoccio, Sara Ferramola