Bruxelles – I colloqui tra negoziatori greci e negoziatori delle istituzioni (Commissione Ue, Bce, fondo salva-Stati Esm) possono ricominciare. Ci sono le condizioni per riprendere il confronto sulle misure che la repubblica ellenica dovrà impegnarsi ad attuare in cambio della nuova tranche di aiuti. Eurogruppo senza svolte sulla Grecia, dove i ministri si sono limitati a fare il punto della situazione. Restano “in sospeso” la strategia di bilancio per il medio termine (2018 e oltre) e la riforma del mercato del lavoro per poter ritenere completata con successo la seconda revisione del programma di aiuti. C’è però intesa tra le parti, e la missione per la revisione del programma potrà tornare ad Atene nei prossimi giorni per cercare soluzioni ad un dossier che resta tra i più delicati tra i vari sul tavolo. Serve però un accordo tra gli staff sulle politiche di riforme prima di concludere la revisione. Un accordo tecnico ritenuto “necessario” dai ministri dei Diciannove.
L’assenza di progressi non piace al gruppo dei Verdi. “L’inazione dell’Eurogruppo pone seri rischi per il futuro della Grecia”, secondo il responsabile Affari economici dei Greens. Considerando le elezioni che si avvicinano nei Paesi Bassi (Paese di provenienza del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem), e viste le elezioni negli altri Stati chiave Francia e Germania, “vi è una reale possibilità che il futuro della Grecia viene messo in sordina”. Se non si trovano risposte, “rischiamo ancora una volta il pericolo di default”, visto che a luglio la Grecia deve restituire oltre sei miliardi di prestiti tra investitori privati (2,08 miliardi il 18 luglio), Fondo monetario (290 milioni peri il secondo programma di salvataggio del 2012, il 18 luglio), Banca centrale europea (3,8 miliardi il 20 luglio), Banca europea per gli investimenti (10 milioni il 20 luglio).
Nessuna discussione sulla situazione dell’Italia, né per quanto riguarda lo stato delle finanze né per quanto riguarda la situazione politica. Il tema non era all’ordine del giorno, sebbene i ministri fossero chiamati ad uno scambio di opinioni sulle previsioni economiche d’inverno della Commissione europea. Nell’affrontare il punto in agenda, i ministri hanno espresso “ampia” condivisione con l’analisi dell’esecutivo comunitario, ma non hanno aperto discussioni sui singolo Paesi.